La causa in New Mexico in cui si dice che Meta non è riuscito a proteggere i minori dagli adescamenti

Il procuratore generale del New Mexico Raul Torrez ha messo in evidenza gli estremi per cui lo Stato americano ha fatto causa alla società di Mark Zuckerberg

18/01/2024 di Gianmichele Laino

I numeri della causa intentata dal New Mexico contro Meta sono impressionanti. Secondo la denuncia, infatti, sarebbero stati 100mila i minori che quotidianamente non sarebbero stati protetti in maniera adeguata dalle piattaforme social di proprietà dell’azienda di Mark Zuckerberg rispetto a molestie e ad abusi di adescatori adulti. Un’altra ombra, dunque, che si allunga sui social network, dopo i diversi problemi legali che Meta ha dovuto affrontare nei mesi scorsi in diverse aule di tribunale degli Stati Uniti, legati – a diverso titolo – alle policies dell’azienda di Menlo Park nei confronti dei minori.

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New Mexico contro Meta, gli estremi della causa

Raul Torrez, procuratore generale del New Mexico, ha avuto modo di spiegare così la causa: «La nostra indagine – le sue parole sono state riportate dal Wall Street Journal – sulle piattaforme di social media di Meta dimostra che questi non sono spazi sicuri per i bambini; piuttosto sono luoghi privilegiati in cui i predatori possono scambiare materiale pedopornografico e adescare minori a scopo sessuale». Un’accusa pesantissima, che stona davvero molto con tutto quanto previsto da Meta a livello di policies sui minori e sulla sicurezza della loro navigazione all’interno delle piattaforme.

Secondo il procuratore generale del New Mexico, Meta sarebbe stata consapevole del fatto che un numero importante di adulti, nel corso del tempo, sia riuscito a contattare dei minori, a condividere con loro del materiale pedopornografico o, addirittura, a costringerli a partecipare alla realizzazione di video con questo scopo. Una sorta di canale privilegiato, insomma, dove i carnefici entravano in contatto con le vittime, in maniera piuttosto agevole.

Le accuse del procuratore generale, tuttavia, sono respinte al mittente da Meta. L’azienda di Zuckerberg ha spiegato in più circostanze quali siano le sue politiche per la tutela dei minori e come collabori costantemente con il Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati. Tra l’altro, Meta ha anche affermato di aver disabilitato – nel solo mese di agosto 2023 – almeno 500mila account sospettati di aver avuto un atteggiamento e un comportamento non appropriato con gli utenti di minore età.

Sebbene si discuta da tantissimo tempo sul fatto che Meta debba garantire agli adolescenti una navigazione sicura (e sebbene Meta abbia effettivamente messo in campo delle misure volte al controllo e alla tutela di questa particolare categoria di utenti), le cause che coinvolgono l’azienda di Zuckerberg in relazione a comportamenti non appropriati con i minori sono sempre più frequenti negli ultimi anni, soprattutto negli Stati Uniti.

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