Può un account con meno di 2000 followers essere un parametro per una «polemica contro il Mulino Bianco»?

Il tweet ha scatenato diverse reazioni e, adesso, Mulino Bianco è in tendenza

15/06/2021 di Gianmichele Laino

Quando pensiamo alle polemiche che nascono sui social, solitamente, facciamo riferimento a quelle che vengono scatenate da influencer molto noti, con un seguito importante che – al pari dei personaggi pubblici – fanno discutere attraverso le loro opinioni. Un po’ come succedeva, insomma, nel mondo sempre più âgée della televisione, che faceva diventare casi nazionali dichiarazioni espresse in diretta o nel corso di una trasmissione dall’alto share. Ma cosa succede quando la polemica viene scatenata da un account con meno di 2mila followers? Possibile che un concetto entri in tendenza per una frase buttata lì su Twitter (un po’ come se diventasse di dominio pubblico una discussione iniziata davanti a un bar di paese)? Eppure, sembra essere questa la dinamica che ha innescato una polemica sulla pubblicità dei biscotti Schiaccianoci del Mulino Bianco.

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Si può definire “polemica” quella del Mulino Bianco?

Succede che un account Twitter (al momento in cui scriviamo, ha meno di duemila followers) posti un fotogramma della pubblicità degli Schiaccianoci (che mostra un attore nero – nella pubblicità viene chiamato Leo – decidere dove assestare il primo morso al biscotto della réclame) e affermi: «Pubblicità dei biscotti SCHIACCIANOCI MULINO BIANCO (marchio italiano). Mi chiedo perché». Il tweet, questa mattina, è stato già cancellato.

mulino bianco

Ma non ha impedito un vero e proprio concentrarsi di opinioni intorno all’argomento: il sentiment di queste ultime cambia a seconda del modo di pensare di ciascuno e dibatte proprio sulla scelta dell’attore da parte del Mulino Bianco per promuovere questo prodotto. Se risulta davvero incredibile l’esistenza stessa di questo dibattito, sorprende l’origine dello stesso: non si tratta di un personaggio pubblico che ha fatto partire la questione, non si tratta di un contesto con vasta visibilità. Eppure, la polemica è diventata virale. Forse, dovremmo davvero tornare a riconsiderare la scala dei valori e – soprattutto – l’autorevolezza dei pareri, quando scegliamo di parlare di qualcosa.

La dinamica non sembra dissimile da quella che ha etichettato – di volta in volta – università internazionali o altri enti come politicamente corretti, per presunte proposte di rimozione dai loro programmi accademici di opere d’arte o di eventi storici del passato a causa del loro contesto razzista di default. Non così tanto diversa, ancora, da quella che ha accusato Disney di voler cambiare il finale di Biancaneve perché il “bacio del vero amore” sarebbe partito senza il consenso della protagonista della storia. L’opinione di un singolo – o di un gruppo ristretto di persone – diventa mainstream sui social network. E, a volte, non è affatto un bene.

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