Prima di parlare del bacio di Biancaneve, è bene sapere che non è «un caso»

La grande rilevanza data in Italia al fenomeno - con Salvini pronto a twittare e l'invocazione della cancel culture - è inspiegabile

05/05/2021 di Gianmichele Laino

Non esiste un caso «bacio di Biancaneve». Facciamo questa premessa doverosa, perché non esiste una vera e propria notizia, ma al massimo un commento. Siamo stati noi, in Italia, a creare un problema più grande di quello che in realtà c’è, non ci sono provvedimenti ufficiali che – in qualche modo – coinvolgono le autorità interessate, non c’è una decisione politica, non c’è una nota ufficiale di Disneyland. Semplicemente c’è una recensione realizzata da una testata online discretamente importante a San Francisco (il San Francisco Gate – SFGATE -, che ha circa 600mila followers su Facebook) e un’opinione dei columnist di turno, Katie Dowd eJulie Tremaine, che è diventata molto popolare.

LEGGI ANCHE > Gramellini scivola sulla bufala di Oxford che vuole abolire Mozart

Bacio di Biancaneve, nessun caso

Nel testo – che illustra semplicemente il cambiamento di un’attrazione a Disneyland, che inizialmente si chiamava Snow White’s Scary Adventures e che ora si chiamerà Snow White’s Enchanted Wish -, si faceva riferimento al cambiamento della scena finale: non più i sette nani che inseguono la strega e la fanno cadere dalla rupe, ma il bacio del principe a Biancaneve. Le autrici del testo, che comunque parlano in termini positivi dello spettacolo, alla fine dell’articolo aggiungono queste parole:

«La nuova corsa attrazione include una trama più completa, ma rappresenta anche un problema. Il nuovo gran finale di Snow White’s Enchanted Wish è il momento in cui il Principe trova Biancaneve addormentato sotto l’incantesimo della Regina Cattiva e le dà il “bacio del vero amore” per liberarla dall’incantesimo. Un bacio che le dà senza il suo consenso, mentre lei dorme: può essere vero amore solo se una persona sa che sta accadendo.

Non siamo d’accordo sul fatto che il consenso nei primi film Disney sia una questione importante? Che insegnare ai bambini a baciarsi, quando non è stato stabilito se entrambe le parti sono disposte a impegnarsi, non va bene? È difficile capire perché la Disneyland del 2021 scelga di aggiungere una scena con idee così antiquate su ciò che un uomo è autorizzato a fare a una donna, soprattutto considerando l’attuale enfasi dell’azienda sulla rimozione di scene problematiche da giostre come Jungle Cruise e Splash Mountain. Perché non reimmaginare un finale in linea con lo spirito del film e il posto di Biancaneve nel canone Disney per evitare questo problema?».

L’opinione delle due editorialiste è legittima. Ma si tratta di una opinione, appunto, separata dai fatti. I fatti sono che a Disneyland, al momento, esiste un’attrazione che prevede, come scena finale, il bacio del principe a Biancaneve. Ovviamente, l’articolo in questione ha avuto un discreto successo (se volessimo misurare l’engagement del post di Facebook, ad esempio, potremmo notare che il link condiviso in pagina da SFGATE ha 739 interazioni, al momento in cui stiamo scrivendo, 650 commenti e 120 condivisioni), ma è in Italia che ha letteralmente sfondato.

La brutta prova del giornalismo italiano (e della politica di destra)

E lo ha fatto nella maniera più deleteria per il giornalismo, con i titoli acchiappaclick e con versioni che non contestualizzano l’opinione di colleghi e che danno per assodato il fatto che ci sia stato un grande movimento di pubblico contro il «bacio del vero amore» di Biancaneve. Il passaggio decisivo è stato fatto quando il leader della Lega Matteo Salvini, che in verità segue molto i trend dei social network sul suo account, ha twittato un’anteprima dell’articolo e ha parlato apertamente di censura: «Di censura in censura, si arriva al RIDICOLO. Qui ad essere aggredito, oltraggiato e discriminato è… il buonsenso! Viva la Libertà, viva il Principe Azzurro e Biancaneve». 

Sperando di aver fatto un servizio gradito, invitiamo a contare fino a 10 e a prendere conoscenza dei fatti così come stanno prima di fare tweet come questi.

Share this article