No, non c’entra nulla la morte di Montagnier con la «testimonianza al Gran Giurì per crimini contro l’umanità»

Tra le tante tesi del complotto che si stanno sentendo in queste ultime ore, questa ci sembra davvero la più incredibile, anche per la natura del Gran Giurì stesso

11/02/2022 di Gianmichele Laino

La morte di Luc Montagnier – le cui modalità di comunicazione sono state estremamente difficili da gestire, visti i rumors che si sono rincorsi nelle ultime ore, le anticipazioni giornalistiche, le smentite fatte da siti di bufale – è già stata al centro di tante dicerie che si sono rincorse sui social network, in una sorta di gioco a chi la spara più grossa. Il già premio Nobel, nell’ultima parte della sua carriera, era stato un punto di riferimento per la comunità no-vax, partecipando anche a eventi, convegni e manifestazioni che puntavano il dito contro la gestione complessiva della pandemia nel mondo. Al momento, una delle bufale che maggiormente sta circolando sul suo conto – speculazione sulla sua morte – è quella del decesso avvenuto in concomitanza con una «importante testimonianza» che lo scienziato francese avrebbe esposto davanti al cosiddetto Gran Giury della People’s Court of Public Opinions.

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Morte Luc Montagnier e il complotto sul Gran Giury

Secondo non meglio precisate “fonti internazionali”, infatti, Luc Montagnier avrebbe reso una testimonianza di fronte a questo Gran Giury a partire dal prossimo 12 febbraio. Il Gran Giury avrebbe il compito di indicare presunti crimini contro l’umanità nella gestione della pandemia da Covid-19, attaccando il cosiddetto “ordine mondiale”, individuando in alcune personalità note come responsabili e formulando accuse contro «sei imputati prestanome: Christian Drosten della Germania; Anthony Fauci degli Stati Uniti; Tedros Ghebreyesus dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; Bill Gates; le società Black Rock e Pfizer».

In realtà questo Gran Giury è – per stessa definizione, presente sul sito internet dedicato – un gruppo di avvocati internazionali e di un giudice, la cui investigazione è of the people, for the people, by the people, che si basa sul “diritto naturale” e che – dunque – non avrà effetti nei sistemi giuridici dei vari stati di cui legali e giuria (formata da cittadini) fanno parte. In pratica, dal 12 febbraio in poi si svolgeranno alcuni interventi (e questi ultimi saranno trasmessi in streaming su YouTube o «nel caso in cui le sessioni fossero rimosse dalla piattaforma», sul sito odysee.com); tra questi era previsto anche quello di Luc Montagnier (insieme a decine di altri relatori).

Quest’ultimo era stato inserito in una sessione che avrebbe avuto il compito di dimostrare che il virus in sé non è letale, ma che il tasso di mortalità molto elevato è stato causato da un «avvelenamento della proteina spike». Tesi, insomma, che circolano da sempre nelle chat dei no-vax. Dunque, collegare la morte di Luc Montagnier a una testimonianza davanti a un organismo non ufficiale, all’interno della quale avrebbe detto cose ripetute costantemente nel corso degli ultimi due anni, non è altro che un tentativo di speculare sul decesso, per qualche clic in più.

Foto IPP/imagoStock/SKATA – Stoccolma

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