Il fatto che Perronne abbia parlato in parlamento in Lussemburgo non significa che le sue posizioni siano ufficiali

Perché il nuovo vate dei no-vax ha avuto modo di esprimere le sue posizioni in questo contesto istituzionale?

21/01/2022 di Redazione

Un video relativo a un episodio che si è verificato in Lussemburgo il 12 gennaio scorso si sta diffondendo a macchia d’olio in Italia, proprio in queste ore. Si tratta dell’intervento di otto minuti di Christian Perronne, uno dei nuovi punti di riferimento della narrazione no-vax a livello internazionale, presso la camera dei deputati del Lussemburgo. Durante questo intervento, ha parlato delle solite tesi sulle vaccinazioni: ha parlato di conflitto di interessi delle case farmaceutiche, di un presunto finanziamento da 3 miliardi di euro per i media affinché potessero dare una narrazione positiva delle vaccinazioni, di presunti numeri gonfiati sul coronavirus, della presunta correlazione tra le vaccinazioni e l’aumento di tumori e cose del genere. Insomma, nulla che non leggeremmo in qualsiasi pagina no-vax o in qualsiasi pubblicazione complottista. Il tema è che Christian Perronne è stato sentito in un contesto istituzionale, dunque – automaticamente – il suo intervento ha acquisito credibilità e quell’aura mistica che porta a dire: se in Lussemburgo è intervenuto in parlamento, significa che gli si presta credito. E allora vediamo com’è andata in realtà.

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Perché Christian Perronne ha parlato al parlamento lussemburghese

In Lussemburgo si sta discutendo una proposta di legge sull’obbligo vaccinale e sull’estensione delle vaccinazioni anche ai minori. Per questo motivo, è in corso l’iter parlamentare che prevede anche delle audizioni relative alle varie posizioni in merito ai problemi in oggetto. Due promotori di sottoscrizioni in Lussemburgo hanno raccolto alcune migliaia di firme contro la legge sull’obbligo vaccinale e contro quella per l’estensione delle vaccinazioni ai bambini. La legge lussemburghese prevede che, in presenza di petizioni che raggiungono almeno le 4500 firme dopo circa 40 giorni, è obbligatorio organizzare «una riunione congiunta della Commissione per le Petizioni o delle commissioni parlamentari competenti, alla presenza del ministro o dei ministri interessati dall’oggetto della petizione».

Gli organizzatori delle petizioni possono portare in commissione alcuni esperti. In questo caso, non soltanto Christian Perronne, ma anche Alexandra Henrion-Caude e Luc Montagnier. Nella fattispecie, Perronne è intervenuto per presentare argomentazioni tecniche per la petizione Stop ai vaccini di tipo terapia genica (Covid-19) per i nostri bambini. Nel video di otto minuti che sta circolando anche in Italia, Perronne parla senza contraddittorio e senza interruzioni, circondato da persone che sembrano annuire al suo discorso. In realtrà, per capire com’è andata bisogna leggere i resoconti parlamentari che hanno accompagnato la giornata del 12 gennaio, tra cui quello di Liberation.

Bene, alcuni parlamentari hanno dichiarato: «I deputati hanno più volte sottolineato che gli esperti non hanno risposto alle loro domande, che erano il più delle volte fuori tema, che la Camera ha rifiutato l’idea di essere informata da loro». Lo stesso ministro della Salute lussemburghese, presente al dibattito, ha risposto alle obiezioni sollevate, respingendole in toto. Dunque, nessuna accondiscendenza del Lussemburgo e nessun endorsement. Soltanto l’ennesimo spazio riservato a posizioni che non hanno riscontri.

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