5G e aerei, perché l’allarme per le interferenze negli Stati Uniti non riguarda l’Europa

Cerchiamo di ricapitolare la situazione e di muoverci ordinatamente tra gli avvenimenti dell'ultimo periodo quando si tratta di 5G e aerei

21/01/2022 di Ilaria Roncone

Proviamo a fare un punto della questione 5G e aerei. Negli ultimi giorno in tutto il mondo – Italia compresa – si inseguono titoli allarmistici sul fatto che il 5G andrebbe a interferire con l’atterraggio degli aerei creando un concreto pericolo. Il fulcro del discorso che, partendo dagli Stati Uniti, ha generato panico in tutto il mondo – con compagnie aeree tra cui Emirates, All Nippon Airways e Japan Airlines che hanno sospeso voli per gli Usa – è il seguente: le nuove frequenze e le antenne che vanno collocate nei pressi degli aeroporti per implementare il 5G negli Stati Uniti potrebbero far sì che le frequenze interferiscano con il funzionamento di altimetri (che permettono di monitorare la distanza tra l’aereo e il terreno) e altre strumentazioni di alcune tipologie di aereo. Una questione che, ovviamente, ha fatto scattare tutti i complottisti del mondo e gli scettici del 5G ma che, come sempre quando si tratta di faccende tanto complesse, necessita di un corretto inquadramento.

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5G e aerei, cosa è stato detto effettivamente negli Stati Uniti

Partendo dal presupposto che Emirates ha già ripreso i voli con i suoi Boeing 777, cosa ha scatenato questo caos? La conclusione relativa ai problemi di interferenze è frutto di una serie di studi che, chiariamolo subito, riguardano solamente gli Stati Uniti. In nessun altro paese, infatti, sono emerse simili problematiche dovute alla copertura 5G. Tutto nasce dal fatto che a partire dal 5 dicembre 2021 avrebbero dovuto utilizzare la C-band (3.7 – 3.98 GHz). A quel punto, però, la Federal Aviation Administration ha ritenuto necessario rendere noto che sarebbero potuti emergere problemi con altimetri di vecchia generazione. La possibile interferenza potrebbe avere luogo tra 4.2 – 4.4 GHz dei radioaltimetri e i 3.7 – 3.98 GHz dello spettro 5G  – come sottolinea Wired nell’approfondimento che ha fatto in merito -.

Lo scorso 14 gennaio la FAA ha comunicato tramite bollettino la necessità di una correzione per i manuali di volo di Boeing 787-8, 787-9 e 787-10 quando si parla dell’utilizzo di altimetri nei pressi di aeroporti dove sono installate antenne 5G C-band. Ad essere interessati alla questione sarebbero, in tutto, 1.147 velivoli (1.010 appartenenti a compagnie straniere e 137 appartenenti a compagnie Usa). Il rischio, come già accennato, è che durante l’atterraggio in condizioni di scarsa visibilità gli altimetri degli aerei indicati potrebbero non funzionare correttamente.

E in Europa?

Per quanto riguarda l’assenza di problemi in Europa – come l’Easa ha già ampiamente specificato – non c’è un rischio concreto per i voli aerei in questo senso. L’Agenzia europea per la sicurezza aerea ha parlato della questione lo scorso 17 dicembre affermando che «in questa fase in Europa non è stato identificato alcun rischio di interferenza pericolosa». Le frequenze 5G medie in Europa, inoltre, rimangono nello spettro 3,6-3,8 GHz, quindi qualsiasi rischio – qualora fosse effettivamente accertato che ce ne siano – rimarrebbe ancora più incerto.

In merito alla questione è intervenuta anche l’associazione degli operatori europei di telecomunicazioni (Etno) evidenziando, tramite comunicazione ufficiale, che le differenze con gli Stati Uniti ci sono eccome proprio per la scelta dello spettro impiegato, per i test effettuati e per l’attenta revisione e valutazione di ogni possibile rischio effettuata da amministrazioni delle Poste e delle telecomunicazioni (Cept).

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