Il fondamentale ruolo dell’internet delle cose emerge anche dal valore che genererà entro il 2030

Fino a 12,6 trilioni di dollari entro il 2030, ovvero il 65% del valore in contesti aziendali: questo è quanto varrà l'internet delle cose

23/12/2021 di Ilaria Roncone

L’internet delle cose ha assunto un ruolo preponderante nella nostre vite prima ancora che arrivassimo a dare un nome al fenomeno: ce ne siamo accorti a inizio dicembre, quando un down di AWS ha messo moltissime persone nelle condizioni di riversarsi sui social per segnalare malfunzionamento e non funzionamento di servizi diventati fondamentali come Alexa – che, per alcuni, gestisce le prese di tutto l’impianto elettrico tramite il suo sistema – o Amazon Ring – sistema di videosorveglianza domestica che le persone gestiscono da remoto quando sono fuori casa -. Una dipendenza dall’internet delle cose che ora si fa chiara anche nei numeri.

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L’internet delle cose genererà fino a 12,6 trilioni di dollari entro il 2030

Un risultato sorprendente, una cifra talmente esorbitante che si fa fatica anche solo a pensarla: si tratta del valore che l’internet delle cose genererà ad andare al 2030, una cifra che va da 5,5 a 12,6 trilioni di dollari in termini di valore a livello globale. Il dato è stato estrapolato da un rapporto di McKinsey – multinazionale di consulenza strategica – che ha fatto coincidere con questa cifra il 65% del valore che sarà creato in contesti aziendali attraverso le app. Fabbriche e uffici funzioneranno in maniera intelligente e la pervasività dell’internet delle cose si registra anche in ambito medico. Se nel 2021 sono 450 milioni nel mondo i dispositivi medici connessi, entro il 2025 le stime calcolano che dovremmo arrivare a 700 milioni entro il 2025 (una crescita che va al ritmo del 10% in più ogni anno che passa).

A generare il valore maggiore saranno le fabbriche

Secondo il report – che ha analizzato circa centoventi contesti nel quale l’internet delle cose verrà utilizzato – a generare il valore maggiore saranno le fabbriche: il 25% del totale, ovvero tra 1,4 e 3,3 trilioni di dollari. Al secondo posto troviamo il comparto Healthcare e al terzo posto gli uffici. Lo studio ha anche esaminato quelli che sono i punti traino dello sviluppo dell’internet delle cose e quelli che, invece, sono gli elementi di freno.

Il costo della tecnologia che diminuisce, i sensori che possono essere applicati in qualunque campo, il miglioramento delle reti (nel 2020 più dell’80% della popolazione mondiale è coperta da reti 4g e il 5g si sviluppa rapidamente): questi gli elementi che contribuiscono ad accelerare lo sviluppo dell’IoT (Internet of Things in inglese). Come barriere troviamo, invece, l’approccio a tratti diffidente della aziende – che ancora lavorano a “progetti pilota” invece che puntare a veri e propri processi di trasformazione e interoperabilità – e il fatto che le famiglie di sensori parlino ancora, troppo spesso, linguaggi diversi.

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