Il social network che ti permette di pubblicare 100 post. E poi basta

Si chiama Minus ed è una geniale invenzione del professore all'Università dell'Illinois Ben Grosser

13/10/2021 di Gianmichele Laino

Più che un social network è un disperato grido di aiuto per la nostra comunità. Pensa di più, parla di meno. È una evidente provocazione, ma è una trovata geniale. L’ha avuta l’artista e docente dell’Università dell’Illinois Ben Grosser, che ha realizzato Minus. All’apparenza sembra un social network come gli altri. C’è solo una piccola, essenziale differenza: si può postare soltanto 100 volte. Dopodiché l’account spira. Muore.

LEGGI ANCHE > Ma questo è Twitch o Pornhub 2.0? | VIDEO

Il social network Minus e il principio del pubblicare meno

Non si cercano, quindi, i grandi numeri. Non si cerca l’approvazione a tutti i costi, né c’è la possibilità di sperimentare. Se posti su Minus devi essere assolutamente sicuro di quello che scrivi, di quello che proponi in video o in foto. Devi avere certezza che quelle parole saranno scolpite nella pietra: più o meno come una volta, quando si era parsimoniosi nello scattare fotografie perché altrimenti il rullino terminava; quando si consegnava un compito in classe scritto in bella copia a penna; quando si pubblicava un solo articolo per volta, su un giornale di carta, in uno spazio limitato.

Il social network sovverte tutte le regole di business che animano questo settore: non ci sono like o numero di follower in evidenza, gli utenti non devono preoccuparsi se stanno postando abbastanza velocemente e in quantità sufficienti a direzionare la propria audience. Un progetto visionario, che è talmente avanti da risultare anti-social. Quasi una sorta di antologia dei post migliori che un utente medio potrebbe produrre nella propria vita. Non è l’unica provocazione ascrivibile a Ben Grosser.

In passato, le sue performance digitali sono state collegate a una estensione che rimuoveva il numero di like ai post di Facebook, a uno strumento che permetteva di reagire ai post di Facebook con reactions casuali (in modo tale da confondere l’algoritmo e, quindi, il tracciamento dell’utente rispetto alle sue preferenze), a un video che si autoalimentava ogni volta che Mark Zuckerberg citava i dati relativi all’aumento dell’influenza di Facebook sui media tradizionali. Ora, è la volta di Minus, l’equivalente del cibo equo e solidale, dello sviluppo sostenibile. Un’idea talmente bella da essere impossibile.

Share this article