I tre punti del tavolo tecnico su minori e social: verifica d’identità, rimozione delle foto e profitti dei baby influencer

Sono questi gli ambiti su cui, nei prossimi mesi, potrebbe esserci una attività legislativa da parte del parlamento italiano

09/05/2022 di Gianmichele Laino

A breve il parlamento potrebbe legiferare sulla questione minori e social. Nella fattispecie, un nuovo impulso potrebbe essere dato dalla fine dei lavori di un apposito tavolo tecnico che ha visto coinvolti non soltanto il ministero della Giustizia, ma anche le autorità garanti per la privacy, per la tutela dell’infanzia e per le comunicazioni, oltre che gli interlocutori delle principali piattaforme di social netwroking presenti in Italia (da Facebook a YouTube, passando per TikTok).

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Minori e social, le voci del tavolo tecnico del ministero della Giustizia

Oltre alla solita promessa di campagne di sensibilizzazione sull’utilizzo dei social network da parte dei minori e sugli eventuali rischi che vengono determinati da un loro impiego in età troppo precoce, è importante che siano emersi tre punti su cui – in seguito – sarà compito del legislatore intervenire. In realtà, si tratta di temi abbastanza caldi e già ampiamente discussi nell’ambito di un dibattito pubblico: la verifica dell’età di accesso alle piattaforme, la possibilità – per i minori – di richiedere la rimozione delle proprie foto postate dai genitori, un’analisi dei compensi dei cosiddetti baby-influencer, ovvero tutti coloro che, al di sotto dei 18 anni, hanno monetizzato attraverso le loro performance sui social network.

Alcune tematiche sembrano essere destinate a infrangersi contro il muro dell’incomunicabilità. In modo particolare, l’age verification per quanto riguarda i social network è una questione di cui si parla da diverso tempo, ma tutte le formule che potrebbero in qualche modo garantirla (l’utilizzo della carta d’identità o dello spid) non sembrano trovare corrispondenze né con le buone pratiche della sicurezza informatica, né con lo spirito della neutralità e dell’accessibilità della rete. Un modello, da questo punto di vista, potrebbe essere rappresentato da quello che TikTok sta già facendo sulla propria piattaforma (il cui accesso ai minori di 13 anni è attualmente vietato): in particolare, la combinazione tra segnalazioni di altri utenti e analisi, attraverso l’intelligenza artificiale, dei comportamenti e delle modalità di pubblicazione dei contenuti da parte dei minori. Ma è difficile inserirlo nell’ambito di una legge vera e propria.

Interessante, invece, la disciplina che dovrebbe regolamentare il comportamento dei minori le cui foto e i cui video sono stati pubblicati in passato dai genitori. Una volta raggiunta la maggiore età, stando ai lavori del tavolo tecnico, i ragazzi potranno invocare il diritto all’oblio e, di conseguenza, richiedere la rimozione delle foto o dei video che li ritraggono. Una norma che, di fatto, metterebbe a rischio decine di influencer italiani che basano la propria attività online sul mostrare scene di vita vissuta insieme ai figli minorenni. Infine, sempre in questa sfera, il tavolo tecnico ha sollecitato una discussione molto più attenta sui compensi dei baby influencer, sulle loro monetizzazioni e sulla gestione di questi profitti.

Foto Ipp/Albano Angilletta – Reggio Calabria

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