Meta non permetterà ai suoi dipendenti di discutere apertamente di aborto sul posto di lavoro

Ai manager è stato consigliato di essere empatici ma neutrali sull'argomento, mentre i messaggi che violavano la nuova politica nelle chat del team sono stati rimossi

27/06/2022 di Clarissa Cancelli

«Discutere apertamente di aborto sul posto di lavoro ha un rischio maggiore di creare un ambiente di lavoro ostile» per questo è stato stabilito di «non permettere una discussione aperta». Dunque, parlare della decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha praticamente ribaltato la  “Roe v. Wade”, la storica sentenza del 1973, da sempre considerata una pietra miliare nella giurisprudenza statunitense sull’aborto, potrebbe creare un clima teso tra i colleghi. Sembra incredibile già così. Ma lo è ancora di più se si pensa che questa è la nuova politica aziendale di Meta, l’impresa che controlla Facebook e Instagram. A rivelare il contenuto della nota inviata dall’azienda statunitense ai suoi lavoratori è il New York Times: tale nota risale al 12 maggio ed è stata emessa dopo che una bozza di parere sul potenziale ribaltamento della Roe v. Wade era trapelata dalla Corte Suprema.

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Meta non permetterà ai suoi dipendenti di discutere apertamente di aborto

Nessuna discussione aperta sulla questione. Nessun parere, soprattutto contrario, sul posto di lavoro. Una policy che ha (naturalmente) scatenato rabbia e frustrazione tra i dipendenti. Venerdì alcuni hanno contattato colleghi e dirigenti per esprimere il loro dissenso sulla posizione dell’azienda. Ai manager è stato consigliato di essere empatici ma neutrali sull’argomento, mentre i messaggi che violavano la nuova politica nelle chat del team sono stati rimossi. Ambroos Vaes, un ingegnere del software Meta, ha dichiarato in un post su LinkedIn di essere rattristato dal fatto che ai dipendenti “non fosse permesso” di discutere ampiamente la sentenza della Corte Suprema.

«Ciò che mi rattrista è che internamente a Meta non ci è permesso discuterne. Sulla nostra piattaforma interna di Workplace, i moderatori rimuovono rapidamente i post o i commenti che menzionano l’aborto. La politica di comunicazione “rispettosa” che è stata messa in atto lo vieta esplicitamente. La discussione limitata può avvenire solo in gruppi di massimo 20 dipendenti che seguono un playbook prestabilito, ma non allo scoperto – ha scritto – Sheryl Sandberg ha pubblicato sul suo account Facebook ciò che è successo oggi, e persino i link al suo post vengono rimossi, per paura di offendere i pochi dipendenti che potrebbero effettivamente essere d’accordo con la follia che sta accadendo». Meta, che controlla i social network più utilizzati dalla popolazione mondiale, in cui tutti possono esprimere il proprio pensiero in modo civile, condividere riflessioni, avviare un confronto, adotta una politica aziendale che, di fatto, non permette di esprimere apertamente la propria opinione su una questione che ha sconvolto gli Stati Uniti. Sembra paradossale, ma è proprio così.

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