Le imprese italiane hanno iniziato realmente a investire sulla cyber security
L'analisi delle spese fatte nel 2021 indicano una crescita esponenziale di questo mercato. Ma il nostro Paese resta il fanalino di coda tra quelli del G7
16/02/2022 di Enzo Boldi
Molta strada è stata fatta, ma il percorso è ancora lungo per colmare il gap accumulato negli anni con gli altri Paesi del G7. Nel 2021, il mercato della cyber security in Italia ha mostrato il segno “più”, con le imprese e le istituzioni che hanno aumentato le proprie spese e i propri investimenti nel settore della sicurezza informatica. Un primo passo per proteggere gli utenti e proteggere se stessi da eventuali attacchi hacker (in tutte le loro forme e modalità) che hanno visto il nostro Paese nel mirino nel corso dell’ultimo decennio.
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Il rapporto dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection – realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano e presentato oggi, mercoledì 16 febbraio 2022 al convegno ‘Cybersecurity: don’t look up’ – fotografa il cambio di passo delle imprese e delle istituzioni nostrane in merito alle spese per la cyber security: investiti circa 1,55 miliardi di euro in questo settore con un aumento del 13% rispetto alla stessa rilevazione effettuata nel 2020. Un buon viatico per il futuro che, però, ancora non è sufficiente per colmare quella distanza con gli altri Paesi.
Mercato cyber security Italia, boom di acquisti nel 2021
Nella stessa ricerca effettuata dall’Osservatorio del Politecnico meneghino, infatti, emerge un dato importante: il rapporto tra le spese nel mercato cyber security Italia di imprese e istituzioni e Prodotto Interno Lordo (PIL) si assesta – nonostante la crescita – allo o,8%. Una percentuale notevolmente più bassa rispetto agli altri Paesi del G7 (che da tempo investono in quella direzione) che, però, ha anche una valenza positiva: l’Italia e il Giappone sono gli unici due Stati a non aver registrato l’inversione di tendenza in questo rapporto. Insomma, il 2021 potrebbe esser stato l’anno della consapevolezza attorno all’importanza delle imprese di proteggersi dagli attacchi informatici.
L’aumento del budget
In attesa di conoscere i reali effetti degli investimenti delle istituzioni nel mercato cyber Security Italia (con i fondi del PNRR), il dato più indicativo arriva dalle aziende:
«Il 60% delle grandi imprese italiane ha aumentato il budget per la sicurezza informatica nel 2021 – si legge nel rapporto dell’ Osservatorio Cybersecurity & Data Protection -. Il mercato italiano di 1,55 miliardi di euro è composto per il 52% da soluzioni di security come Vulnerability Management e Penetration Testing, SIEM, Identity and Access Management, Intrusion Detection, Data Loss Prevention, Risk and Compliance Management e Threat Intelligence, e per il 48% da servizi professionali e servizi gestiti. Gli aspetti di security più tradizionali continuano a coprire le quote maggiori, con il 31% della spesa dedicata a Network & Wireless Security, ma gli aumenti più significativi riguardano Endpoint Security e Cloud Security».
L’interesse, dunque, è cresciuto e si è cercato di investire maggiormente acquistando strumenti di protezione nei confronti degli attacchi informatici, fenomeno cresciuto soprattutto durante il primo anno di pandemia quando – per evidenti e ormai storici motivi – l’importanza della rete è divenuta chiara a tutti.