In che modo la pandemia ha stimolato la crescita del web nazionale

I dati forniti da Registro .it in termini di nuovi domini in Italia ci restituiscono una realtà digitale in fermento così come lo era stata dal 2008, l'anno della crisi

03/02/2022 di Ilaria Roncone

Esiste il censimento delle persone, esiste il censimento dei domini: l’organo tecnico del CNR di Pisa – il Registro .it, fa il conteggio dei nuovi domini registrati in Italia e il dato relativo al 2021 restituisce una crescita pari a oltre 550 mila nuovi siti web. «Da tre anni il web nazionale cresce continuamente – ha commentato i dati Marco Conti, Responsabile del Registro .it e Direttore dell’IIT-Cnr – in questi anni di incertezza molti hanno saputo trasformare crisi ed emergenza in sfida e opportunità, 2022 banco di prova fondamentale». L’anagrafe dei domini Italia ha rilevato un anno incredibile per il .it, che cresce del 2,24% portando il totale dei nomi .it online a 3.450.337 in data 31 dicembre 2021.

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La situazione nuovi domini Italia nel post pandemia

Il risultato viene giudicato ottimo considerato il biennio pandemico dal quale arriviamo. La crisi sanitaria ha avuto delle conseguenze evidenti per la società e l’imprenditoria: «Se il 2020 è stato l’anno dell’approdo provvidenziale e necessariamente improvvisato alla rete, di chi correva ai ripari per salvare il proprio business dalle chiusure o per avviarne di nuovi, il 2021 è senz’altro l’anno della consapevolezza e della resilienza, in cui nonostante le incertezze e le false partenze, moltissime persone non si sono perse d’animo e hanno continuato a credere nel digitale come strumento di ripresa e rilancio, o anche solo per rivendicare la presenza in rete»», afferma Conti.

Si registrano meni liberi professionisti e meno imprese

Il dato dei nuovi domini registrati a marzo 2021 (record mensile di +60.537) corrisponde, idealmente, al picco della terza ondata Covid. A registrarsi sono stati meno liberi professionisti (18,7% dal 2020), meno imprese (-6,3% dal 2020) ma più persone fisiche (+12,3% rispetto al 2020) – che corrispondono anche a più della metà delle nuove registrazioni -.

Cosa vuol dire? Che la rete in Italia è in fermento, uno «di quei momenti di riorganizzazione dettata da una crisi». Lo stesso tipo di movimento era stato registrato negli anni della crisi economica del 2008 (all’epoca le registrazioni di nuovi .it erano cresciute di oltre il 70% nel triennio 2008-2011). «Ora potremmo essere nuovamente di fronte a una importante scommessa, un’opportunità preziosa i cui ingredienti principali sono, da un lato il profondo cambiamento sull’utilizzo del web e sulla sua stessa percezione in Italia – spiega Conti – dall’altro lato le manovre di investimenti miliardari previsti dal PNRR per la cosiddetta ‘Missione Digitalizzazione’. Sommando queste considerazioni, il 2022 è il candidato ideale a rappresentare un nuovo inizio anche per l’Italia digitale».

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