Il ristorante di McDonald’s nel metaverso che però porta cibo vero a casa

Il fast food alla conquista del web3

11/02/2022 di Redazione

Non sappiamo dire, in effetti, se è questa cosa del web3 che ci sta sfuggendo di mano o se le aziende che la stanno cavalcando sin da queste prime battute stiano acquisendo un vantaggio enorme rispetto ai competitors. Per questo bisogna leggere in maniera interlocutoria la decisione di Mc Donald’s di depositare una serie di marchi per alcuni propri punti vendita nel metaverso. Che equivale, di fatto, a costruire un edificio – sebbene fatto di mattoni virtuali – in una realtà che non è ancora stata messa a regime. Di fatto è come quando si fa un investimento al buio su un centro commerciale ancora in costruzione: si acquista l’immobile di un edificio che ancora non esiste materialmente, con la speranza che – tra qualche anno – possa diventare un punto di riferimento importante per le popolazioni di quel quartiere, di quell’area, di quella zona.

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Mc Donald’s nel metaverso, i brevetti per i suoi negozi virtuali

Ma come funzionerà, nelle intenzioni della catena di distribuzione di cibo veloce più famosa al mondo? Al momento, dobbiamo mettere in fila i fatti: era il 4 febbraio scorso quando Mc Donald’s ha depositato presso l’ufficio brevetti degli Stati Uniti 10 domande di marchio registrato, con soluzioni che riguardano sia i punti vendita-ristorazione di McDonald’s, sia quelli del McCafe.

Alcune di queste domande riguardavano NFT di prodotti alimentari e bevande virtuali. Altre domande si spingevano oltre e arrivavano a prevedere la realizzazione di un ristorante virtuale che, tuttavia, avrebbe effettuato anche consegne a domicilio. Dunque, una sorta di ibrido tra realtà virtuale e realtà offline. L’idea è quella di sfruttare questo aspetto della user experience dell’utente: nei vari servizi che prevedono l’interazione con il metaverso, se la persona in questione dovesse avere un improvviso attacco di fame (reale, non virtuale) passando davanti alla vetrina di un Mc Donald’s (virtuale, non reale), allora potrebbe effettuare un ordine che, in pochi minuti, lo raggiungerà alla porta (reale, non virtuale). Chissà se, a quel punto, anche l’avatar del metaverso potrà gustare insieme all’utente reale lo stesso menu fast food. Al momento, non è dato saperlo.

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