«Servono ancora test? Dicessero per quanto tempo», intervista a Marco Cappato

Oggi l'Associazione Luca Coscioni e alcune altre sono in piazza Santi Apostoli a Roma «per chiedere al governo di attivare senza ulteriori ritardi la piattaforma pubblica per sottoscrivere gratuitamente online referendum e iniziative popolari»

07/03/2023 di Redazione Giornalettismo

Marco Cappato è un politico e attivista italiano, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e presidente di Eumans, movimento politico paneuropeo di iniziativa popolare. Oggi è al presidio in piazza Santi Apostoli a Roma insieme all’Associazione Luca Coscioni, Eumans e altre che chiedono al governo di far entrare in funzione e rendere utilizzabile la piattaforma per la raccolta delle firme digitali per i referendum e altre iniziative popolari.

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Chi è Marco Cappato?

Cappato ha realizzato azioni di disobbedienza civile soprattutto in materia di fine vita che lo hanno spesso portato ad affrontare processi, fermi e arresti e a ottenere la depenalizzazione dell’aiuto al suicidio in Italia. Nel 2007 si è battuto per Piergiorgio Welby, per il suo diritto a una “morte opportuna” e per la legalizzazione dell’eutanasia. Nel 2012 ha lanciato la campagna Eutanasia legale e l’anno successivo ha promosso, insieme all’Associazione Luca Coscioni e altri gruppi e associazioni, la campagna di raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia, depositata alla Camera 13 settembre 2013 con oltre 67.000 firme. A dicembre del 2015 si è autodenunciato per aver aiutato Dominique Velati, malata terminale con un tumore al colon, a ottenere l’eutanasia. A febbraio del 2017 ha fatto la stessa cosa per aver aiutato Dj Fabo. Ad aprile del 2017, insieme a Mina Welby, ha aiutato Davide Trentini, affetto da sclerosi multipla, a raggiungere la Svizzera dove ha ottenuto il suicidio assistito. Cappato è intenzionato a continuare le sue azioni di disobbedienza civile fino a quando il Parlamento non approverà una legge che tuteli e disciplini il Fine vita in Italia.

«Non mi interessa fare il processo alle intenzioni, se il governo varerà la piattaforma sarò il primo a applaudire»

Marco Cappato, parlando ai microfoni di Giornalettismo, evidenzia la questione della volontà politica che non deve mancare perché – alla fine dei conti – tecnicamente e giuridicamente non c’è più alcun ostacolo. «A un certo punto su internet si trovava, alla fine dello scorso governo, la piattaforma in fase di test pronta sul sito. C’è ancora da fare test? Ci dicessero per quanto tempo va testata, prendessero l’impegno su una data ma non è possibile continuare a non rispondere».

«Non mi interessa fare il processo alle intenzioni – spiega Cappato -, se il governo varerà la piattaforma pubblica io sarò il primo a applaudire e a ringraziare, dicendo che hanno fatto una cosa di apertura democratica e civica». In conclusione, «siccome tecnicamente, da un punto di vista giuridico e tecnologico si può fare – tanto che ci abbiamo già raccolto un milione di firme – allora si deve poter fare. Non mi interessano le procedure ma si deve poter fare».

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