Il professore universitario del post sessista su Kamala Harris è stato sospeso dalla Statale

Marco Bassani aveva condiviso un meme dal contenuto piuttosto esplicito

14/05/2021 di Redazione

È un momento difficile per i docenti universitari italiani che utilizzano Facebook (o altri social network) in maniera improvvida. Abbiamo saputo nei giorni scorsi dell’indagine, anche a carico del docente Marco Gervasoni, per alcuni post diretti al capo dello Stato Sergio Mattarella. Oggi, si apprende che l’università Statale di Milano ha deciso di sospendere (con conseguente blocco dello stipendio per un mese) il professore di Storia delle dottrine politiche Marco Bassani. Quest’ultimo, nel novembre scorso, aveva rivolto un post decisamente esplicito con oggetto Kamala Harris, attuale vicepresidente degli Stati Uniti.

LEGGI ANCHE > Ora Gervasoni dice che il tweet sessista su Elly Schlein era un «esperimento di psicologia sociale»

Marco Bassani sospeso per il post sessista su Kamala Harris

Il docente universitario aveva condiviso un’immagine sotto forma di meme. La didascalia della stessa era in inglese e la frase recitava più o meno così: «Sarà fonte d’ispirazione per le giovani ragazze, dimostrando che se vai a letto con l’uomo giusto, potente e ben ammanicato, anche tu puoi essere il secondo violino di un uomo con demenza. Come la storia di Cenerentola insomma». Il post, dopo qualche ora, era stato rimosso. Tuttavia, su Facebook, ci è rimasto per un lasso di tempo sufficiente a essere notato dai vertici dell’ateneo milanese che hanno deciso di prendere un provvedimento disciplinare – discusso nelle sedi e negli organi competenti – nei confronti del loro collega.

Una sorte analoga, tra le altre cose, era toccata anche a un altro docente universitario: Giovanni Gozzini – professore all’università di Siena – nel corso di una diretta radiofonica aveva parlato in termini be poco lusinghieri di Giorgia Meloni, definendola pesciaiola. L’ateneo toscano aveva deciso, a suo tempo, una sospensione di tre mesi per lo stesso docente. Insomma, quando si utilizzano i media per esprimere (discutibili) opinioni personali, le conseguenze per i professori universitari possono essere dolorose. Un post può gettare una macchia indelebile su una carriera fino a quel momento tutta dedita al lavoro accademico. Ne vale la pena?

Share this article