In 50mila a Washington contro il razzismo negli Stati Uniti

Grande manifestazione nella capitale per protestare contro la discriminazione razziale sistemica negli Usa, ma il presidente dal New Hampshire attacca i manifestanti di Black Lives Matter

29/08/2020 di Redazione

Erano in 50mila alla marcia antirazzismo che ha invaso le strade di Washington nell’anniversario dello storico discorso del 1963 di Martin Luther King. Una manifestazione che arriva il giorno dopo il controverso discorso con cui Trump ha accettato la nomination repubblicana alla Casa Bianca e le contestazioni dei manifestanti di BLack Lives Matter contro chi ha partecipato all’evento al Rose Garden. Proteste che hanno fatto infuriare il presidente Donald Trump, che dal New Hampshire, dove si trovava per la campagna elettorale in vista delle presidenziali di novembre, ha definito i partecipanti “teppisti” e “mele marce.

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La marcia antirazzismo e le misure antiCovid

Erano oltre 100mila le persone previste alla marcia antirazzismo di Washington ma il sindaco democratico della capitale, Muriel Bowser, ha imposto una quarantena a chi arriva dagli Stati a rischio dimezzando di fatto la partecipazione alla marcia. Tanti infatti i pullman da Texas, Ohio e Nord Carolina che sono rimasti bloccati e non hanno potuto sentire il discorso del figlio di Martin Luther King che dall stesso palco dove il padre 57 anni fa aveva pronunciato il famoso “I have a Dream”, ha promesso che andando avanti “con convinzione e passione” si potrà finalmente sconfiggere il razzismo chiudendo il lavoro iniziato proprio dal leader del movimento dei diritti civili. Con lui tanti attivisti e politici, tra cui la candidata alla vice presidenza per i democratici, Kamala Harris, apparsa in un video registrato. Forte il  ricordo di John Lewis, il deputato democratico della Georgia che era a Selma con Martin Luther King e che fino alla sua morte, poche settimane fa, era il simbolo della lotta per i diritti civili. E proprio i diritti civili, così come i diritti dei disabili, quelli della comunità LGBT e la lotta alla violenza legata alle armida fuoco sono stati il filo conduttore della manifestazione, pensata dopo la morte di George Floyd e fortemente condizionata dai recenti fatti di Kenosha con l’aggressione a Jacob Blake e la morte dei due manifestanti pacifisti per mano del 17enne di estrema destra Kyle Rittenhouse.

La condanna di Trump

Un evento che probabilmente non è piaciuto al presidente Trump, che era in New Hampshire per un evento elettorale con 1500 persone quasi tutte senza maschera e ovviamente senza alcuna misura di distanziamento sociale, ed era ancora furibondo per le proteste avvenute fuori dalla Casa Bianca durante e alla fine del suo controverso di accettazione della nomination repubblicana. Parlando ai suoi supporte infatti il presidente ha definito i manifestanti di Black Lives Matter che inseguivano gli ospiti della serata finale della convention del GOP  “teppisti” e “mele marce”. “Non sono persone che protestano – ha detto Trump dopo aver usato termini piuttosto volgari per definirli – Non sanno nemmeno chi è George Floyd. Sono solo mele marce, piantagrane e non dovrebbero rappresentare il nostro Paese durante eventi così importanti”.

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