Il tam tam su Telegram per individuare 2mila attività commerciali che non chiedono il green pass

Una inchiesta del quotidiano Il Messaggero ha svelato una sorta di mappa di questi esercizi commerciali, ma anche di natura sanitaria

08/02/2022 di Redazione

Il decreto è diventato operativo il 1° febbraio: per entrare nei negozi è necessario il green pass base. La certificazione verde serve anche presso gli uffici postali e le banche, oltre che nei luoghi dove era già richiesta. Ma a quanto pare, dopo che si era diffusa una mappa – stiamo parlando ormai della metà del 2021 – di ristoranti che non chiedevano il green pass, la stessa cosa si sta verificando in questi giorni con il green pass. A parlarne è il Messaggero, che ha realizzato una inchiesta proprio sul tema, pubblicandola nella sua edizione odierna. Il veicolo, ancora una volta, è Telegram.

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Mappa negozi senza green pass, cosa è stato scoperto su Telegram

Il Messaggero ha spiegato di essere entrato in una chat con quasi 6mila iscritti e di aver posto una domanda ammiccante sulla necessità di aggirare i controlli, evitando di esibire il green pass davanti a negozi, centri commerciali, altre attività ed esercizi per cui la certificazione verde (quella base) è obbligatoria. A una mappa preesistente di ristoranti che non chiedevano il green pass (per consumare nei ristoranti, da qualche tempo, è necessario il green pass rafforzato), si aggiunge dunque un elenco di almeno 2mila esercizi commerciali che non richiedono il green pass all’ingresso. Il giornalista del Messaggero ha verificato la loro presenza in diverse zone d’Italia, non soltanto in prossimità dei centri più grandi.

La verità è che l’esercizio del controllo del green pass è molto poco praticato, anche in quei negozi non dichiaratamente “no-green pass”, rappresentando un problema a monte nell’applicazione della legge. Legge che rischia di restare sulla carta, senza il necessario rafforzamento dei controlli. E fino a quando il tam tam mediatico si diffonderà su canali come Telegram sarà sempre più semplice aggirare le norme previste per contenere il contagio da coronavirus.

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