La macabra ironia su Instagram di Tyrese Gibson sul video dell’uomo che si è dato fuoco a Rende
L'attore e cantante americano ha pubblicato il filmato (e già questo è un problema) e ha maldestramente tentato di fare ironia
03/02/2022 di Enzo Boldi
Condivide compulsivamente post su Instagram e ha dato in pasto ai suoi oltre 15 milioni di follower il video dell’uomo che, nei giorni scorsi, si è dato fuoco davanti alla Caserma dei Carabinieri di Rende (in Calabria, in provincia di Cosenza). E a questo fatto è abbastanza grave (tanto che lo stesso social network ha segnalato quel filmato come “contenuto sensibile”, quindi visibile solo previa autorizzazione dell’utente e non dai minori di 18 anni) se ne unisce un altro: la macabra ironia. Protagonista di questa vicenda è il cantante rapper, attore e produttore cinematografico Tyrese Gibson.
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Non è molto conosciuti in Italia – anche se il pubblico lo conosce soprattutto per aver interpretato Roman Pearce nella fortunata serie cinematografia di “Fast and Furious“, ma ha un grande seguito sui social, come testimoniato dai milioni di follower solamente sulla sua pagina Instagram. E proprio lì, tentando di fare una macabra ironia, ha condiviso quel video del docente che si è dato fuoco in Calabria (per motivi che, come abbiamo spiegato ieri, non hanno nulla a che vedere con l’obbligo vaccinale per il personale scolastico).
Tyrese Gibson e la macabra ironia sull’uomo che si è dato fuoco a Rende
«Questo sono io quando finalmente esco dallo studio dopo aver fatto il mio primo album negli ultimi sette anni. Stiamo arrivando HOT BABY». Questo il pensiero macabro scritto e pubblicato sui social da Tyrese Gibson che poi prosegue con un’altra serie di pensieri dedicati al suo nuovo lavoro discografico. Ma l’attenzione, ovviamente, va sul quella macabra ironia utilizzando il video di quell’uomo che in Calabria si è dato fuoco per motivi ancora da accertare e che lotta tra la vita e la morte nell’ospedale Cardarelli di Napoli. Una scelta completamente fuori luogo.
Il ruolo di Instagram
Instagram ha provveduto a etichettare quel video come “contenuto sensibile“. Questo vuol dire che l’utente/follower deve cliccare sul tasto “vedi video” inserito all’interno del disclaimer che annuncia la presenza di “immagini forti o violente”. Un primo passo che consente anche una soluzione conseguente: questa tipologia di contenuti non è visibile agli utenti non loggati, a coloro i quali non hanno specificato la loro età e chi risulta essere minorenne. Ma non è sufficiente. Perché se in Italia ci sono state innumerevoli strumentalizzazioni attorno a quel gesto, non è normale che un social network non agisca in modo più concreto rimuovendo quel contenuto. Perché quel filmato è diventato virale nei giorni scorsi e continua a essere anche oggi. Fino a travalicare i confini, fino ad arrivare a Los Angeles e sulla bacheca social di Tyrese Gibson. Senza tenere conto del rispetto per il dolore di quell’uomo.