Abbiamo costretto la madre di Silvia Romano a dirci di «usare il cervello»

A tanto siamo arrivati. Dopo l’inesistente sensibilità sfociata in indecenza a tratti dimostrata dall’opinione pubblica italiana e gli assalti dei giornalisti sotto casa di Silvia Romano, arrivano i genitori a mettere un punto alla questione. Le parole di sfogo della madre, che altro non vuole che proteggere sua figlia dopo 18 mesi di rapimento, sono una stoccata che dovrebbe far riflettere tutti quelli che si sono permessi di fare ipotesi su una questione che – fortuna per loro – non comprenderanno mai.

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«Chiunque dopo due anni di prigionia tornerebbe convertito, usate il cervello»

Occorre dunque ribadire, a chi non avesse l’immaginazione per provare a capire cosa significa, che 18 mesi di prigionia non sono una passeggiata di salute. La madre si è sfogata sotto casa, nel quartiere Casoretto di Milano: «Vogliamo dimenticare». Come sta Silvia Romano? «Come vuole che stia? Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito», dice la madre portando giù il cane, e chiedendo solo di essere lasciata in pace insieme alla sua famiglia. Una volta saputo della conversione di Silvia – che ora si fa chiamare Aisha – i peggiori istinti degli italiani sono stati letteralmente vomitati suo social. Col risultato che questa mattina è stata aperta un’inchiesta sulle minacce e gli insulti social alla giovane cooperante. Oltre al danno, la beffa.

Il papà: «Abbiamo bisogno di stare in pace, c’è una ragazza da proteggere»

Parole, quelle della madre di Silvia, che vengono ribadite don forza anche dal padre. «Un sorriso non vuol dire stare bene», ha detto ai giornalisti. «Mia figlia sta come una che è stata prigioniera per diciotto mesi», ha riferito a Radio Capital Enzo Romano. «Non è che se uno sorride sta benissimo, non confondiamo il sorriso con la capacità di reagire per rimanere in piedi dignitosamente da una situazione di cui si è preda e che ti porta poi ad andare nella depressione più totale. Meno male che ha un po’ di palle e cerca di reagire, ma è la sopravvivenza». «Cerchiamo di dimenticare, di chiudere un capitolo e aprirne un altro», ha detto la madre intervistata dal Tg3, ribadendo anche la distanza presa dalla onlus Africa Milele, quella con cui Silvia stava lavorando quando è stata rapita.

(Immagine copertina dal video del ritorno di Silvia Romano in Italia)

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