Macron ci ripensa, ma ancora niente scuse: «Lavoriamo con l’Italia, non cediamo all’emozione»
13/06/2018 di Redazione
Le parole di Emmanuel Macron tanto attese sono arrivate. Basteranno a risolvere la tensione diplomatica tra Italia e Francia? Nell’ambito di una dichiarazione che ha toccato anche la tematica della nave Aquarius, il presidente della Repubblica francese ha affermato: «Lavoriamo con l’Italia, l’invito è quello di non cedere alle emozioni».
Poi, arriva anche il riferimento del tutto implicito a quanto accaduto negli ultimi giorni nelle acque del Mediterraneo: «Chi cerca la provocazione? – si è chiesto Macron – Chi è che dice ‘io sono più forte dei democratici e una nave che vedo arrivare davanti alle mie coste la caccio via’? Se gli do ragione, aiuto la democrazia? Non dimentichiamo chi ci sta parlando e chi si rivolge a noi. Non lo dimentichiamo perché anche noi abbiamo a che fare con gli stessi».
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Macron, la cronaca della giornata sull’asse Roma-Parigi
La giornata sull’asse Roma-Parigi era stata molto intensa. Questa mattina il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi aveva convocato l’ambasciatore francese in Italia. Successivamente, era arrivata la notizia che il ministro dell’Economia Giovanni Tria non avrebbe partecipato al vertice di Parigi con il suo omologo Bruno Le Maire. Quest’ultimo si era detto molto dispiaciuto per quanto accaduto. In ogni caso, tra i due c’è stata una telefonata che si è sviluppata in un clima cordiale: «In vista dell’Eurogruppo e l’Ecofin di Lussemburgo – hanno affermato fonti del Ministero dell’Economia e Finanza – il 21 e 22 giugno si incontreranno».
Macron, Salvini pretende le scuse
Tuttavia, la frase di En Marche sulla posizione «vomitevole» dell’Italia sulla nave Aquarius continua a tenere banco tra gli esponenti del governo. Mentre Giuseppe Conte mantiene in queste ore una posizione piuttosto attendista, è Matteo Salvini a tirare la corda in vista del vertice di venerdì all’Eliseo tra il presidente del Consiglio italiano e il presidente della Repubblica francese. «La Francia si scusi o Conte non vada» – ha tuonato dall’aula del Senato il ministro dell’Interno, facendo capire chi porta i pantaloni a Palazzo Chigi.
Insomma, una soluzione che continua a essere delicata: Emmanuel Macron, infatti, nonostante le sue dichiarazioni pubbliche non ha fatto un passo indietro soddisfacente per quelle che sono le intenzioni del governo italiano. La corda è tesissima e potrebbe spezzarsi da un momento all’altro.