Il no di Di Maio al Mes è l’ennesimo passo indietro verso Salvini
21/11/2019 di Gianmichele Laino
Una cosa sono i retroscena di palazzo e quello che viene riportato nelle colonne di giornale da cronisti che prestano le orecchie alle chiacchiere da Transatlantico. Un’altra sono i fatti. Nel caso di Luigi Di Maio, le due cose sembrano coincidere e andare verso un’unica direzione: il tentativo di riabbracciare nuovamente Matteo Salvini. Lo testimoniano alcuni suoi atteggiamenti fuori dalla sfera pubblica, lo certifica il veto al Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) che costringerà Giuseppe Conte a interromprere quel percorso con gli altri Stati membri che aveva iniziato già con il precedente ministro dell’Economia Giovanni Tria.
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Luigi Di Maio e il passo indietro sul Mes
Luigi Di Maio non si è detto convinto dell’opportunità di firmare l’accordo sul Mes, la riedizione del Fondo europeo salva Stati, perché ritiene che i prerequisiti d’accesso a un organismo che tutelerà i vari Paesi dell’Unione da eventuali situazioni di crisi e di default siano troppo stringenti per l’Italia, in termini di rapporto deficit/PIL e di riduzione del debito pubblico. Da questo punto di vista, Luigi Di Maio sembra essere perfettamente in linea con Matteo Salvini e con l’area sovranista (di cui fa parte anche Fratelli d’Italia). È stato proprio Salvini a riportare il tema, uno dei tanti nella schiera dei trattati internazionali che l’Italia s’impegna a stipulare con gli altri Paesi dell’Unione Europea, al centro dell’agenda politica, facendolo deflagrare nelle mani del M5S.
Forse perché sapeva che questo aspetto avrebbe causato una spaccatura che avrebbe fatto emergere il desiderio di Luigi Di Maio di spostarsi su posizioni più simili a quelle della Lega di Salvini. Quella stessa Lega, per intenderci, con cui aveva avviato un dialogo di governo, con cui aveva governato per un anno e che lo aveva abbandonato all’improvviso nell’estate del 2019.
Luigi Di Maio ha voglia di avvicinarsi a Salvini
Tuttavia, il quotidiano La Stampa riporta frasi sussurrate all’orecchio: se si presta loro fede, dobbiamo prendere atto che a Di Maio sarebbe piaciuto e piacerebbe ancora continuare il percorso inaugurato con Matteo Salvini. Non a caso, negli ultimi giorni, c’è stato un riavvicinamento anche a Gianluigi Paragone, il più leghista dei pentastellati, e ai suoi toni di battaglia, tipici anche del pasionario Alessandro Di Battista.
La battaglia si consumerà anche sulle elezioni in Emilia-Romagna: oggi ci sarà la votazione su Rousseau per decidere se il Movimento 5 Stelle sceglierà di presentare una propria lista o di desistere (favorendo, in questo modo, il Pd). Se dovesse prevalere la prima linea, si farà l’ennesimo passo in avanti verso Matteo Salvini.
FOTO: ANSA/ TELENEWS