Lo strano caso di Libero che dedica ampio spazio di critica alle decisioni prese nella redazione di Repubblica

Un'ampia paginata per discutere dell'invito del direttore Maurizio Molinari ai giornalisti a partecipare al Pride dell'11 giugno

02/06/2022 di Gianmichele Laino

L’argomento del contendere è l’invito a esporre uno striscione nel giorno del Pride di Roma, il prossimo 11 giugno. Il direttore di Repubblica Maurizio Molinari ha inviato una mail – la cui interfaccia compare in una delle immagini che Libero ha scelto a corredo dell’articolo – per invitare i giornalisti della redazione del quotidiano romano a sposare l’iniziativa del giornale: quella di partecipare con un proprio striscione al Pride dell’11 giugno prossimo, appunto. Questo invito e questa mail sono diventati il centro di una notizia a cui Libero, un quotidiano che si colloca tradizionalmente su una linea editoriale opposta rispetto a quella di Repubblica, ha dedicato ampio spazio nella sua edizione di oggi.

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Libero critica le parole utilizzate da Molinari per invitare i giornalisti a partecipare, sostiene che – dal suo tone of voice – si presupporrebbe che l’idea portata avanti dal direttore potesse essere anche quella della sua redazione. E che l’invito accorato alla partecipazione sarebbe quasi una sorta di precettazione (come si legge, del resto, nell’occhiello del pezzo: La lettera del direttore precetta i redattori).

Sicuramente, al di là della fuga di notizie e della circolazione all’esterno di una mail interna, risulta davvero strano come una testata entri nel merito rispetto alle iniziative – di carattere sociale e culturale – che sono state intraprese da una testata concorrente. L’interesse pubblico della notizia – tale da essere proposta anche con un richiamo in prima pagina – è quantomeno opinabile, così come l’interpretazione di un invito come una sorta di obbligo alla partecipazione.

Non si discute il tema della linea editoriale, ma quello della partecipazione di un giornale a un evento di carattere sociale. Una iniziativa, in generale, che di per sé non è nuova: sono tante le redazioni che sposano delle cause coerenti alla propria linea editoriale, supportano progetti, entrano in media partnership con grandi eventi. Stupisce, a livello di analisi mass-mediologica dell’ecosistema dell’informazione italiana, che Libero abbia dato così tanto risalto alla notizia.

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