La legge Zan estende il testo anche alla disabilità ma si continua a fare opposizione

Lega, Fratelli d'Italia e parte dell'opinione pubblica continuano a contrastare il Ddl Zan

28/10/2020 di Ilaria Roncone

Combattere l’omofobia non è una necessità. Nemmeno se, oltre l’omofobia, si prova a punire tutti coloro che agiscono contro le persone disabili. Questa è la base del dibattito che si è scatenato sui social che vede come centro l’omofobia all’indomani della notizia che il ddl Zan è tornato alla Camera per essere discusso. Con un «testo esteso anche alla disabilità», occorre ora discutere gli ottocento emendamenti presentati da chi ritiene questa una legge liberticida, Lega e Fratelli d’Italia.

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Legge Zan, rigettate le pregiudiziali di costituzionalità

Riparte la discussione e subito Fratelli d’Italia e Lega hanno provato ad affossare il Ddl Zan facendo appello alle pregiudiziali di costituzionalità. Tentativo dell’opposizione che non ha funzionato: con 254 contrari e 201 a favore la legge Zan rimane in discussione dopo l’ennesimo rinvio e la polemica degli ultra-cattolici nata attorno alle parole di Papa Francesco sulle unioni civili. Un’importante novità che sembra interessare a pochi – almeno sul web – è la nuova formulazione del testo che, oltre a proteggere chi è vittima di discriminazioni omobitransfobiche e misoginia, vuole punire anche chi usa volenza contro le pesone disabili dopo «la richiesta proveniente da molte associazioni di persone con disabilità di estendere le previsioni degli articoli 604 bis e ter del codice penale anche ai delitti commessi per ragioni legate alla disabilità della vittima». A chi parla di legge liberticida Zan risponde che «l’emendamento precisa che le opinioni non istigatorie ‘restano salve’, in quanto già discendenti direttamente dall’articolo 21 della Costituzione. Con questo emendamento smascheriamo anche tutte le fake news costruite ad arte nel corso di questi mesi su presunti intenti ‘liberticidi’ di questa legge». Si punta all’approvazione della legge alla Camera entro qualche giorno.

La storia del Ddl Zan che distoglie l’attenzione dai lavoratori ha stancato

«La punibilità scatta quando vi sia ‘il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti’» ha specificato ancora una volta Zan, eppure c’è chi continua a ribadire che abbiamo altro a cui pensare in questo momento, che la legge impedisce alle persone di pensarla come vogliono, che discutere il Ddl Zan toglie tempo da dedicare ai problemi dei lavoratori – all’indomani dell’approvazione del decreto ristori e con le forze dell’esecutivo e delle opposizioni concentrate quasi esclusivamente sulle conseguenze della pandemia da mesi -. Siamo sempre lì: aggiungere diritti e tutele per categorie che, come dimostrano i fatti di cronaca, ne hanno necessità non vuol dire distogliere l’attenzione da tutto il resto.

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