«Le indagini di Lolita Lobosco» sa di vecchio già dal trailer

Il titolo del Messaggero sulla nuova serie «Le indagini di Lolita Lobosco» evidenzia una narrazione Rai che puzza già di vecchio

18/02/2021 di Ilaria Roncone

Sicuramente un titolo e un attacco che mirano a stuzzicare l’interesse del pubblico, quelli del Messaggero, che tratta l’uscita della nuova serie Rai con protagonista Luisa Ranieri e che si intitola  «Le indagini di Lolita Lobosco». Quattro serate che, a partire dal 21 febbraio, vedranno l’attrice vestire i panni del vicequestore Lolita Lobosco. L’attacco dell’articolo del Messaggero non solo cita quello che viene rimarcato dalla protagonista stessa nel trailer della Rai, ma rincara la dose: a quel «quinta di reggiseno e tacco 12» il pezzo, firmato da una giornalista, aggiunge che Lolita ha «una squadra di maschi da domare». Una caratterizzazione che sa poco di fiction e molto di film vietati ai minori.

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La scelta del nome Lolita la dice lunga

Considerato che bisogna lasciare il beneficio del dubbio a una serie che andrà in onda con la sua prima puntata solo domenica 21 febbraio, nulla ci vieta di fare una serie di considerazioni con quello che abbiamo a disposizione per ora partendo dal trailer. Una sveglia che suona, primi piani su lingerie, seno e scarpe con tacchi a spillo. Una frase detta al termine del video: «Per una donna essere in polizia non è una passeggiata, soprattutto se hai 40 anni, porti la quinta di reggiseno e ti chiami Lolita». Un terreno scivoloso, quello lungo il quale si avvia la Rai, con una narrazione della donna che potrebbe facilmente sfociare nel sessismo a partire dalla scelta di qualificare il personaggio e il suo essere poliziotto attraverso caratteristiche che con la bravura di un membro delle forze dell’ordine non hanno nulla a che vedere, ovvero «tacchi a spillo e quinta di reggiseno».

La narrazione vecchia della Rai e zero critiche dai giornali

Il rischio per la Rai, quindi, è cadere in una narrazione della donna vecchia, più adatta a decenni fa e seguita da un pubblico tutt’altro che giovane. Difficile svecchiare la televisione pubblica – come ci sarebbe l’intenzione di fare da anni – , se i contenuti veicolati sono quelli del trailer che abbiamo linkato quindi. Oltre a questo la nota di demerito va anche ai giornali che non fanno nessun tipo di critica con Il Messaggero in cima alla lista, visto il titolo che ha scelto di fare e l’aggiunta di quella «squadra di maschi da domare» che sembra alludere a ben altro e che caratterizza la donna di potere in rapporto agli uomini che la circondano. Rimaniamo in attesa degli articoli che usciranno in seguito agli episodi della nuova fiction Rai.

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