«Vi spiego come Le Alternative è stato deindicizzato da Bing e – attenzione – da DuckDuckGo»

Abbiamo parlato con il responsabile del progetto che si occupa di trovare alternative etiche alle Big Tech

14/04/2022 di Gianmichele Laino

È successo in maniera abbastanza inaspettata. Chi segue i principi dell’educazione digitale sa bene quanto possa essere utile una guida che ci orienta all’interno di quel web così distante dai principi a volte ferocemente capitalistici delle Big Tech. Per questo, il progetto Le Alternative rappresenta sicuramente un porto sicuro verso il quale procedere per trovare «alternative etiche» (è un concetto che, non lo nascondiamo, ci piace tantissimo) alle grandi aziende predominanti sul mercato del web. Tuttavia, da qualche giorno, chi tenta di arrivare sul sito da alcuni motori di ricerca non riesce in alcun modo a raggiungerlo. I motori di ricerca in questione sono Bing e – udite, udite – DuckDuckGo. Poi ci sarebbe anche Qwant, ma questa è un’altra storia (dalle prime verifiche fatte, tuttavia, sembra che Le Alternative sia scomparso anche da questo motore di ricerca).

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Le Alternative e la scomparsa da alcuni motori di ricerca (soprattutto DuckDuckGo)

«Sapevo che da inizio aprile – ci dice il responsabile del progetto Le Alternative – era impossibile raggiungere il sito dal motore di ricerca Bing. Me ne sono accorto perché, nonostante la dashboard a cui sono iscritto funzionasse regolarmente, da qualche giorno le impressions da quella fonte sono ferme a zero. Negli ultimi giorni, alcuni lettori e utenti del progetto mi hanno fatto notare che la stessa cosa stava avvenendo anche con le ricerche da DuckDuckGo».

Il problema sta proprio qui. Possibile che l’improvvisa deindicizzazione da Bing sia collegata a un errore materiale. Le Alternative sta cercando di capire qualcosa in più, ma non è affatto semplice catturare l’attenzione di Bing per avere una assistenza dedicata. È da escludere un problema della site-map, dal momento che il sito de Le Alternative è perfettamente indicizzato su altri motori di ricerca, da Google, passando per Brave Search o per Presearch. Fatto sta che, invece, rappresenta una sorpresa – stando così le cose – la deindicizzazione anche da DuckDuckGo. Si tratta di un elemento che può far scattare un campanello d’allarme a un livello molto pià alto del problema in specie che stiamo affrontando: qual è il crawler (il software che analizza i contenuti di una rete) di DuckDuckGo? E quanto è trasparente il motore di ricerca che punta sulla tutela e sull’anonimizzazione dell’utente?

Secondo quanto riferito nelle sue policies, DuckDuckGo, per offrire i suoi servizi agli utenti, si basa sul proprio crawler proprietario (DuckDuckBot) e si appoggia anche a Yahoo, Search BOSS, Bing e Yandex. Possibile che ci sia un legame così stretto con Bing tale da impedire a qualsiasi sito non indicizzato sul motore di ricerca made in Microsoft di essere indicizzato anche su DuckDuckGo?

È questa la domanda che si pone il responsabile di Le Alternative: «Ovviamente mi auguro, per la salute del progetto, che il problema si risolva alla radice e che il sito possa essere indicizzato nuovamente su Bing. Per il resto, l’auspicio è che DuckDuckGo – un motore a cui chi ha a cuore i principi di un internet etico presta molto credito – sia più trasparente su quale sia lo schema del suo crawler di indicizzazione».

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