La vecchia, vecchissima storia dei laboratori biologici in Ucraina

C'è una storia che sta andando avanti da due anni e che rappresenta uno dei pilastri della propaganda di disinformazione russa sull'Ucraina

13/03/2022 di Gianmichele Laino

Di laboratori biologici in Ucraina gestiti dagli Stati Uniti si parla, in maniera fuorviante e ingannevole, sin dal 2020. Sappiamo bene che anno era e sappiamo bene cosa stava succedendo. Era l’epoca della primissima ondata di coronavirus – quella che resterà più emblematica, perché (nonostante il numero di contagi ufficiali rilevato più basso rispetto a quello delle ondate successive) contrassegnata da misure estreme come il lockdown generalizzato – ed era il momento in cui si guardava con sospetto qualsiasi attività biologica condotta in un laboratorio di ricerca. Era il periodo in cui si stavano alternando le opinioni – e le informazioni approssimative – sulla presunta origine del coronavirus all’interno di un laboratorio di Wuhan, una questione su cui diversi studi sono successivamente intervenuti per chiarire come non ci sia alcuna prova di tutto questo. Già nel 2020, quando evidentemente in Russia le idee su quello che sarebbe accaduto in Ucraina erano già molto chiare, qualcuno aveva approfittato di questa ondata emotiva per collegare le cose e per parlare di presunte attività biologiche gestite dagli Stati Uniti all’interno dei laboratori del Paese.

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La bufala dei laboratori biologici in Ucraina

Era il 7 maggio del 2020 quando il Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU) era costretto a intervenire, anche attraverso i canali social, per smentire le illazioni fatte circolare da una certa propaganda. Si sosteneva che in alcuni laboratori del Paese gli Stati Uniti stessero conducendo delle indagini su presunti agenti patogeni, con scopi evidentemente militari. All’epoca dei fatti, i servizi interni di Kiev respinsero al mittente queste accuse: «Recentemente, “notizie false” sulle presunte attività dei laboratori biologici militari americani in Ucraina sono state diffuse dai media e dai social network – riporta una dichiarazione dell’epoca attribuibile al SBU -. Nessun laboratorio biologico straniero opera in Ucraina. Le dichiarazioni recentemente fatte da singoli politici non sono vere e sono una deliberata distorsione dei fatti».

L’unico accordo tra Stati Uniti e Ucraina che riguarda questo ambito tematico risale al 2005, ma si tratta di una questione puramente precauzionale e difensiva: nel caso di diffusione di tecnologie e agenti che possano portare alla individuazione di armi batteriologiche e chimiche in Ucraina, allora gli Stati Uniti sarebbero potuti intervenire per contrastare la diffusione stessa. Fa molto strano vedere i nomi dei laboratori che sono stati interessati da questo accordo (per i quali erano stati previsti semplici interventi di adeguamento preventivo per cercare di bloccare eventuali diffusioni di patogeni): Odessa, Kharkiv, Lviv, Kyiv, Vinnytsia, Kherson, Dnipropetrovsk. Si tratta esattamente delle città che vengono citate, in alcuni report diffusi dalla propaganda russa di questi giorni, per cercare di giustificare l’invasione dell’Ucraina sulla base di queste presunte ricerche di patogeni sul territorio nazionale.

Insomma, nulla si costruisce a caso e tutto affonda le proprie radici in una narrazione costruita ad hoc (anche il mondo occidentale ne sa qualcosa, per aver preparato per mesi il terreno a una invasione dell’Iraq sulla base di finte prove legate alla presenza di armi chimiche all’interno del territorio del Paese). Lo schema sembra essere ripetuto: Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa in Russia, soltanto qualche giorno fa aveva ribadito la teoria degli agenti patogeni in laboratori presenti in Ucraina e gestiti dagli Stati Uniti. A poco è valsa una nota del dipartimento di Stato americano che ha provato a contrastare la diffusione di queste informazioni, citando anche convenzioni internazionali che, in virtù della presenza di laboratori di questo genere, sarebbero sicuramente state violate: «Gli Stati Uniti – si legge nel dispaccio – non possiedono né gestiscono laboratori chimici o biologici in Ucraina, rispettano pienamente i propri obblighi ai sensi della Convenzione sulle armi chimiche e della Convenzione sulle armi biologiche e non sviluppano né possiedono tali armi da nessuna parte».

Da qui, dunque, la circolazione di notizie decisamente infondate e prive di qualsiasi criterio di verità che si stanno diffondendo non solo nei canali social, ma anche sui media affiliati allo stato russo. Il tentativo di nascondere l’invasione dell’Ucraina con toni da missione umanitaria.

foto IPP/zumapress – Brovary – Ucraina 10-03-2022

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