Lo strano modo che ha l’ambasciata russa in Israele di interfacciarsi con Bellingcat

Prima ha bloccato l'account Twitter del progetto di fact-checking che sta facendo un lavoro enorme sull'Ucraina e poi l'ha sbloccato per condividere un articolo che diffonde false informazioni

11/03/2022 di Redazione

Al pari di quanto fatto anche in altri contesti nazionali, l’ambasciata russa in Israele ha diffuso – attraverso Twitter – la propria versione dell’attacco all’ospedale pediatrico di Mariupol. Anche questo corpo diplomatico russo in Israele, infatti, ha sostenuto che le immagini che sono state mostrate dall’Associated Press fossero in realtà frutto di una montatura e della propaganda filo-ucraina. Anche l’ambasciata russa in Israele ha diffuso la notizia – non corretta – che le milizie Azov avessero utilizzato l’ospedale pediatrico di Mariupol come base operativa. Accuse che sono state smontate punto per punto da Bellingcat, il progetto editoriale di giornalismo investigativo che cerca di verificare fatti attraverso sistemi di intelligence open source e che ha più volte ricevuto prestigiosi premi giornalistici a livello internazionale per il lavoro svolto a livello di team o dei singoli componenti del team di Bellingcat.

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Ambasciata russa contro Bellingcat e lo strano modo di confrontarsi

«La posizione effettiva della fotografia utilizzata dall’ambasciata russa in Israele per supportare la loro affermazione che il battaglione Azov stava operando presso l’ospedale di maternità di Mariupol bombardato dalla Russia è stato geolocalizzato a 47.101092, 37.671539, a oltre 10 km dall’attuale sito dell’ospedale» – ha riportato Bellingcat, smentendo – di fatto – la ricostruzione dell’ambasciata russa in Israele che, invece, sosteneva che l’ospedale pediatrico di Mariupol fosse la sede delle operazioni del battaglione Azov, un gruppo di miliziani di estrema destra che, in occasione del conflitto russo-ucraino, è stato inglobato all’interno della guardia nazionale ucraina.

La risposta dell’ambasciata russa in Israele a Bellingcat? Il blocco immediato dell’account Twitter:

Ma il colpo di scena, tuttavia, era ancora dietro l’angolo. Dopo qualche minuto, infatti, l’ambasciata russa in Israele ha deciso di sbloccare Bellingcat per taggarlo in un tweet in cui si riportava un fact-checking davvero basato su elementi poco più che fantasiosi portato avanti dal portale Waronfakes.com. Questo sito è stato creato soltanto 10 giorni fa, quando l’invasione dell’Ucraina era già iniziata, e risulta affiliato alle autorità russe, come segnalato qui:

In questo articolo, si sosteneva la teoria che Marianna Podgurskaya, la beauty influencer di cui vi avevamo parlato già ieri e che è comparsa in due delle tre fotografie pubblicate dall’Associated Press riguardanti l’ospedale di Mariupol, fosse in realtà il soggetto anche della terza foto che ha fatto il giro del mondo (quella della donna incinta sulla barella), semplicemente con abiti e un trucco diverso. In realtà, una comparazione tra i due soggetti mostra delle differenze abissali tra Marianna Podgurskaya e la donna incinta distesa in barella. Lo scopo dell’articolo di “fact-checking” era quello di dimostrare che le immagini provenienti da Mariupol non fossero altro che uno strumento di propaganda filo-ucraino e che, in realtà, non ci fossero persone – se non attori – all’interno della struttura al momento dell’attacco.

La risposta di Bellingcat a questo ambiguo atteggiamento dell’ambasciata russa in Israele non si è fatta attendere:

«L’ambasciata russa in Israele – scrivono – ha sbloccato Bellingcat per condividere l’articolo di un sito web che afferma falsamente che due donne diverse sono la stessa persona che indossa abiti diversi per giustificare la loro difesa del bombardamento militare di un ospedale pediatrico. Questo è tutto ciò con cui devono lavorare».

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