Kothmeir e il nuovo ritratto della Diciotti

Fin dal momento dell’approdo, la nave Diciotti ha scatenato l’attenzione. Si è parlato di emergenza scabbia, di condizioni di vita disumane, di sequestro di persona, di malnutrizione. L’intervista rilasciata dal comandante Massimo Kothmeir però descrive un quadro completamente diverso. E anche lui sembra molto diverso dalle dichiarazioni a lui attribuite negli scorsi giorni.

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Kothmeir e i due racconti, «Siamo già oltre il tempo massimo»

Alla fine della sua visita sulla nave della Guardia Costiera Diciotti, il segretario dei Radicali italiani Riccardo Magi riportò alcune frasi che attribuì direttamente al comandante Massimo Kothmeir. «Non è che mi arrestano?» pare avesse detto confuso dall’assenza di istruzioni relative all’approdo a Catania, e avrebbe mostrato a Magi un certo stupore misto ad indignazione per la gestione politicizzata del recupero dei migranti. «Il comandante ci ha detto che sono già fuori tempo massimo, hanno superato ogni record» dichiarò Magi a Repubblica, aggiungendo che dialogando con il comandante era chiaramente emerso che «la Diciotti non è una nave su cui vivere, i migranti dormono per terra, sotto il freddo e l’umidità e il gran caldo di giorno. Ci sono due bagni chimici per 200 persone, non c’è modo di lavare i vestiti, di fare terapie appropriate». Eppure, l’intervista proprio a Kothmeir uscita oggi sul giornale La Verità racconta tutt’altro. Il comandante avrebbe dichiarato al giornalista Adriano Scianca un quadro tutto sommato rassicurante, seppur preoccupante e delicato.

Kothmeir e i due racconti, L’emergenza sanitaria

«Le condizioni [sanitarie] sono più che soddisfacenti, tant’è che ci è stata concessa la cosiddetta libera pratica sanitaria» afferma Kothmeir quando interrogato sulla situazione “scabbia”. Ne conferma la presenza di casi – «molto frequenti in questo tipo di operazioni» –  che però sono tranquillamente gestiti dagli operatori presenti a bordo (Intersos e Cisom) che «somministrano specifici farmaci e pomate. La situazione è monitorata, quindi, non desta al momento alcun tipo di preoccupazione». Parole che entrano in contraddizione con le dichiarazionidegli ultimi giorni dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio. che aveva constatato una «realtà devastante» a bordo con tutti i migranti affetti da scabbia. La drammaticità delle condizioni igieniche e sanitarie è stato confermato anche da Laura Boldrini che alla fine della sua visita dice di aver trovato «persone molto provate, che stanno male. Le donne in particolare soffrono di problemi anche ginecologici». Vero è che la nave ha sistemato la pensilina di sbarco, il che conferma che il rischio epidemia non c’è.

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Kothmeir e i due racconti, quali minori a bordo?

Sempre su La Verità Kothmeir racconta che i bambini, tra l’altro accompagnati dai genitori, erano già stati fatti sbarcare a Lampedusa, poco dopo il recupero in mare. Però si contraddice poco più avanti, parlando dei «minori che abbiamo invece sbarcato mercoledì in tarda serata, 25 ragazzi e due ragazze» che «sono stati immediatamente presi in carico dall’organizzazione di assistenza a terra». Forse l’intenzione era tracciare una linea d’età che separasse i bambini dagli adolescenti, ma sempre di minori si tratta, anche se tra i 14 e i 17 anni. La sua affermazione «a bordo non c’erano minori fortunatamente» sembra quindi stridere con la realtà.

Kothmeir e i due racconti, non denutriti, solo magri

L’intervista all’operatrice di Terre Des Hommes aveva smosso molte coscienze, raccontando che i ragazzi sbarcati erano «ventisette scheletrini», visibilmente denutriti e in gravi condizioni. Eppure, Kothmeir  ritiene che, sebbene provati dal viaggio e dalle condizioni precarie, la magrezza sia dovuta alla loro etnia: «La maggior parte della popolazione ospite è di origini eritree, quindi si tratta di persone che sono più snelle rispetto ad altre etnie».

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Nessuna scarsità di cibo insomma, anzi :«Dal momento in cui sono saliti a bordo abbiamo erogato un protocollo nutrizionale approvato che prevede la somministrazione di tre o quattro pasti al giorno – continua il comandante –  Alla fine siamo arrivati al punto, per motivi organizzativi, che noi dell’equipaggio abbiamo omologato la nostra alimentazione con quella dei migranti».

Kothmeir e i due racconti, estremamente collaborativi ma in sciopero della fame

Quando il giornalista gli chiede come i migranti stiano vivendo questa situazione di stallo e se si sentano sotto sequestro, Kothmeir risponde dicendo che «Abbiamo spiegato loro che la loro vicenda è legata anche a una situazione politica di tipo internazionale che avrebbe comportato anche una più lunga permanenza a bordo. A me hanno restituito una sensazione di totale comprensione. E fino a oggi si sono comportati splendidamente». È notizia di questa mattina però che i migranti a bordo siano entrati in sciopero dalla fame, rientrato dopo qualche ora. È però un segno che la situazione tanto pacifica non può essere.

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(credits immagine copertina: ANSA/ORIETTA SCARDINO)

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