“Se la vittima fosse sua figlia?”: l’affondo di Jasmine Cristallo contro Salvini

La retorica del “buon padre” di famiglia, si sa, è uno dei cardini della retorica salviniana. Il leader leghista non perde occasione per presentarsi come padre modello, così come a ostentare i momenti di tenerezza con sua figlia sul suo profilo Facebook. Il fine? sempre lo stesso, raccogliere empatia e capitalizzare consensi, ponendosi come un leader che sa essere anche moderato e parlare a tutti, dalla casalinga all’impiegato. Un modello di comunicazione consolidata che però va di pari passo con la gogna mediatica degli avversari.

In questi anni la macchina mediatica di Salvini ha colpito implacabilmente, e poco importa se parliamo di oppositori politici adulti, membri di partito o semplici adolescenti dati in pasto ai commenti di una pagina Facebook che oggi conta quasi 4 milioni di followers. E se il nemico numero uno della retorica social salvinina e de “La Bestia” sono al momento le odiate “Sardine“, il bersaglio è stato questa volta Jasmine Cristallo, la coordinatrice calabrese del neonato movimento.

Con un post, che riprendeva un intervento della Cristallo nel corso della trasmissione “Otto e Mezzo” dl Lilli Gruber, Salvini “accusava” il Movimento delle Sardine di essere di sinistra e in qualche modo legato al PD, esponendo di fatto l’intervento della Cristallo a tutti i commenti dei followers. E se uno dei fini del movimento è riportare sobrietà e misura in politica, l’attacco del leader leghista non è passato certo inosservato. E leader delle sardine calabresi è passata al contrattacco con un altro post Facebook. E il bersaglio questa volta è proprio l’ennesima maschera del salvinismo, quella più rassicurante e moderata, ovvero quello del “padre ideale”.

«Abbiamo entrambi figlie femmine ed è per questa ragione che le chiedo se ha intenzione di raccontare a sua figlia, quando non sarà più piccina, che oggi sulla sua pagina Facebook permette a legioni di frustrati di sfogare pulsioni sessuali represse. Lo saprà sua figlia che consente ai suoi sostenitori di inneggiare allo stupro di gruppo per “punire” una donna che semplicemente non la pensa come lei?»incalza la Cristallo che aggiunge «Racconterà a sua figlia che espone foto di donne solo per farle dileggiare e violentemente aggredire con frasi e aggettivi raccapriccianti? […] Quando teneramente le mette lo smalto o assiste alle recite natalizie, ci pensa a come si sentirebbe se fosse sua figlia la vittima di quella stessa violenza che infligge ad altre donne ?». Alla fine del suo intervento la Cristallo sottolinea come la lotta del Movimento sia anche una battaglia di civiltà:  «Quanto a lei, Salvini, non mi aspetto delle risposte ma sappia che da oggi ho una ragione in più per non arretrare di un passo e difendere il mio diritto al dissenso, a battermi per un mondo civile, in cui le donne non vengano brutalizzate.Lo devo a noi donne, a mia figlia ed anche alla sua».

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