La storia dell’Italia ai Mondiali di calcio femminile

20/05/2019 di Enzo Boldi

La storia dell’Italia femminile di calcio è molto recente, ma il movimento – con tutte le difficoltà del caso, con uno sport che fino a qualche anno fa era considerato esclusivamente maschile – sta pian piano prendendo piede, anche grazie al coinvolgimento di squadre blasonate che stanno investendo anche sul pallone in rosa. Il calcio femminile, nel nostro Paese – nonostante i soliti cliché riproposti da vecchi bontemponi della televisione – sta avendo anche un buon impatto mediatico e il pubblico sta imparando ad apprezzarlo. E così il tifo per la nostra Nazionale, impegnata nel Mondiale di Francia, in programma dal 7 giugno al 7 luglio, sarà molto superiore rispetto ai precedenti, con le aspettative nei confronti delle nostre azzurre che sono molto più elevate rispetto al passato.

Partiamo dagli inizi della storia dell’Italia femminile di calcio ai Mondiali. Le azzurre parteciparono alla prima edizione della massima competizione Fifa per Nazionali, quella che si tenne in Cina nel 1991. Il gruppo, non irresistibile, venne superato in scioltezza grazie alla vittoria per 5-0 su Taipei e a quella di misura sulla Nigeria, grazie alla rete decisiva di Carolina Morace. Nell’ultimo turno della fase a gironi la sconfitta contro la Germania non impedì all’Italia di qualificarsi ai quarti di finale.

La storia Mondiale dell’Italia femminile di calcio

Nella gara secca, l’Italia femminile di calcio incontrò la Norvegia (poi finalista sconfitta dagli Stati Uniti). Fu una partita ricca di emozioni con un botta e risposta continuo che portò la partita a concludersi 2-2 al termine dei tempi regolamentari. Al sesto minuto dei supplementari, però, un calcio di rigore realizzato da Svensson infranse i sogni di gloria delle azzurre che furono eliminate dal torneo. Una delusione che scosse il neonato movimento calcistico femminile italiano che non riuscì a confermare quanto di buono mostrato nel 1991. Nell’edizione successiva, infatti, la Nazionale non si qualificò per il massimo torneo che si è disputato in Svezia (e vinto proprio dalle Norvegesi che quattro anni prima ci eliminarono ai quarti).

L’eliminazione del 1999

La nostra Nazionale tornò a qualificarsi per la fase finale del Mondiale di calcio femminile nel 1999. Si giocava negli Stati Uniti e le azzurre si trovarono ad affrontare un vero e proprio girone di ferro con Brasile e Germania (oltre al Messico, squadra cuscinetto del raggruppamento). Una vittoria, contro le messicane all’ultima giornata, un pareggio contro le tedesche e la sconfitta inaugurale contro il Brasile, portarono a un bottino di quattro punti che fece uscire l’Italia femminile di calcio dal Mondiale con netto anticipo.

La luce rosa in fondo al tunnel lungo 20 anni

Poi il buio. Nelle successive quattro edizioni la nostra Nazionale non è mai più riuscita a qualificarsi per il Mondiale di calcio femminile. Anni pieni di ombre, con il movimento rosa al centro delle contraddizioni maschiliste tipiche del calcio italiano. Una lenta risalita, fatta di passi falsi e tremende delusioni. Perché oltre all’assenza dalle edizioni del massimo torneo mondiale, l’Italia ha zoppicato anche a livello Europeo nel corso degli ultimi 20 anni. Ora, dopo due decenni, il rosa è tornato a illuminare quel buio. Merito di tutte le protagoniste che non si sono arrese alle concezioni fallocentriche del mondo del pallone e si sono imposte. Per loro e per il cittì Milena Bertolini il Mondiale di Francia è la grande occasione per mostrare quanto gli italiani si fossero sbagliati e che il loro calcio è uno sport al 100%.

(foto di copertina: da profilo Twitter della Nazionale di calcio)

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