Mastodon sta rifiutando investimenti dalla Silicon Valley

La crescita significativa della piattaforma di microblogging alternativa a Twitter sta attirando diversi operatori del settore. Ma Mastodon continua a resistere alle sirene, mostrandosi integerrima dal punto di vista etico

29/12/2022 di Redazione

Eugen Rochko, per chi non lo conoscesse, è il fondatore di Mastodon che si candida a essere – a buon diritto – il peggior incubo di Elon Musk e del suo nuovo Twitter. Il software libero e la piattaforma di microblogging open source, infatti, sono stati sempre presentati come una sorta di alternativa etica al social network di San Francisco, anche prima dell’acquisizione da parte del magnate di Tesla. In seguito alla formalizzazione dell’offerta da 44 miliardi di dollari e al conseguente passaggio di proprietà, il ruolo di Mastodon come alternativa a Twitter si è rafforzato, vista anche la personalità piuttosto controversa di Elon Musk. E allora i download di Mastodon sono aumentati significativamente: addirittura il 18 novembre si è registrato un picco giornaliero di 243mila download. Cifre da Big Tech. Per questo, Mastodon sta sempre di più attirando possibili investimenti che, però, andrebbero a snaturare i suoi principi di libertà e di indipendenza. Per questo Eugen Rochko, come ha rivelato al Financial Times, ha rinunciato negli ultimi giorni ad almeno cinque proposte da diverse centinaia di migliaia di dollari per sostenere il suo progetto.

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Investimenti su Mastodon rifiutati dal suo fondatore

La dichiarazione di Rochko è stata ancora più netta: «Mastodon non si trasformerà in tutto quello che le persone odiano di Twitter – ha detto al prestigioso quotidiano economico -. Il fatto che possa essere venduto a un controverso miliardario, il fatto che possa essere chiuso, fallire e così via: è la differenza di paradigma della piattaforma». L’assenza di pubblicità, ma anche il particolare stile partecipativo della moderazione fanno di Mastodon un luogo virtuale dove le persone si incontrano in maniera molto più libera e a cuor leggero rispetto a Twitter.

Tra l’altro Elon Musk non ha fatto molto per rendersi molto più simpatico a quell’utenza (in verità ancora molto limitata) che sta progressivamente lasciando Twitter per transitare su Mastodon. Recentemente aveva cercato di bloccare gli account relativi a Mastodon stessa, impedendo anche i link e i collegamenti a questa piattaforma a partire da un tweet. L’evidente impopolarità di questa sua decisione lo ha poi costretto a cambiare direzione.

Attualmente, dunque, il modello di Mastodon continuerà a essere quello della partecipazione dei donatori al progetto: Patreon è la principale fonte di finanziamento. La piattaforma che raccoglie donazioni, negli ultimi tempi, ha visto aumentare le offerte fino alla cifra di 25mila dollari al mese. Passo dopo passo, l’obiettivo sarà quello di continuare sulla stessa strada di sempre. E se Mastodon riuscirà a resistere alle sirene, potrebbe davvero ritagliarsi un suo spazio di alternativa alle principali piattaforme social di Big Tech. La sensazione, invece, è che una piccola sbavatura o un piccolo cedimento alle logiche del grande capitalismo digitale potrebbe costare molto cara alla crescita inesorabile di utenti sulla piattaforma a cui si sta assistendo in queste ore.

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