«Una cosa fondamentale per noi: avere una buona connessione»

Da travel blogger a nomadi digitali. Intervista a Claudia Ferrari e Mattia Zenesi di 2 cuori in viaggio

15/07/2023 di Hilde Merini

«2 cuori in viaggio nasce nel 2018 subito dopo che io (Claudia Ferrari, ndr) ho iniziato a stare un po’ meglio dopo un anno di chemioterapie e interventi, dovuti al cancro che ho scoperto di avere nel 2017. Avevo bisogno di qualcosa che mi distraesse, che mi desse serenità, e avevo sempre guardato con molta ammirazione le blogger. E molta curiosità». 

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Intervista a 2 cuori in viaggio, com’è iniziata la loro avventura

Introduce così il progetto conosciuto sui social come @2_cuori_in_viaggio Claudia Ferrari, che insieme a Mattia Zenesi crea, gestisce, vive il profilo travel. Sono una coppia nel lavoro e sui social, ma anche nella vita privata. «Matti dice di essere il mio assistente non il mio collega» – scherzano così, raccontandoci gioie e dolori della condivisione totalizzante. Tornando seri aggiungono: «Ci vedo più come un team. Facciamo cose diverse, complementari l’uno con l’altro. Ci controlliamo gli uni con gli altri. Quindi più che due colleghi, ci vedo come un team che lavora insieme per arrivare a un unico obiettivo». La vita domestica è divisa in compiti pensati in base alle attitudini di ognuno, cercando di mettere insieme i loro pregi e scegliere le mansioni di ognuno in base alle cose per cui si è mediamente più portati. 

«Mattia si occupa sicuramente di tutta la parte di fotografia e archiviazione, catalogazione di tutto quello che facciamo. Di tenere un po’ in ordine il casino che c’è nella mia testa, fermarmi dai miei voli pindarici. Si occupa della parte più tecnica –  ci dice Claudia, argento vivo del duo -. Io mi occupo di tutta la parte più creativa, di immagine, a livello più grafico. Di idee soprattutto. E la parte più front: la messaggistica di Instagram, le stories, l’ideazione delle varie campagne, l’adv». Insieme condividono la passione per la qualità HD dei contenuti social, anche se ci confessano notare un abbassamento della qualità in contenuti ad alta visibilità (soprattutto reel) che non apprezzano. «Forse perché siamo vecchia scuola, ma per noi quando dobbiamo fare un lavoro, anche contenuti anche solo per noi, la qualità è importante. Perché secondo me la qualità vuol dire anche professionalità e impegnarsi in quello che si fa a 360°. Non solo con il contenuto trash di tendenza, ma anche con alle spalle un contenuto qualitativamente importante» – ci dice Claudia, ormai forse rammaricata per la situazione sui social network. E conclude dicendo: «È forse più una speranza che la qualità continui a essere premiata».  

Come sta cambiando il rapporto con i social network

Ovviamente un altro fattore da non sottovalutare per le performance dei contenuti su Facebook è l’algoritmo, con cui confessano di avere un pessimo rapporto. «Forse perché siamo nati pre-Reel» – questa la spiegazione che si sono dati osservando i profili dei competitor. Notano sicuramente una certa facilità di approcciarsi al contenuto da parte dei creator nati recentemente, cosa che può agevolare questi ultimi. «Per noi, invece, è sempre una guerra» – confessano. Doversi rapportare con una forma di restituzione che non li rappresenta, spesso, limita la creatività. La corsa all’algoritmo, come abbiamo detto più volte, spinge all’omologazione e alla desertificazione della diversità contenutistica, castrando e strozzando i content creator. «Ci siamo trovati spesso a fare cose al di fuori di quello che è il nostro modo di comunicare per cercare di cavalcare quest’onda» – ci raccontano, mostrando una certa frustrazione.   

Il progetto, dicevamo, nasce nel 2018. Nella testa di Claudia era nato il desiderio costante e fortissimo di scrivere su un blog, di condividere qualcosa con il popolo del web. Questo suo nuovo interesse si sposava con la passione per la fotografia di Mattia. Insieme hanno iniziato un percorso di conoscenza fatta di corsi di fotografia, lezioni di web e social media marketing. Così nasce il progetto “2 cuori in viaggio”, iniziando a condividere i piccoli viaggi di coppia: weekend fuori porta e brevi viaggi nelle feste comandate. Dice Claudia: «Eravamo già dei viaggiatori. Viaggiatori molto diversi, perché il nostro modo di spostarci è cambiato. Con il tempo è diventato sempre di più un lavoro, oltre che una passione».  

Dal 2018 tante cose sono cambiante: il lavoro è diventato un viaggio e viceversa, fondendosi fino a far approdare la coppia a definirsi nomadi digitali. «Per noi vuol dire poter svolgere il nostro lavoro in qualsiasi posto del mondo, vivendo uno stile di vita che ci fa stare bene e che ci fa essere a volte anche molto più produttivi lavorando meno ore al giorno». Alcuni mesi dell’anno la coppia lavora in Italia, nella loro casa stabile, quello che un tempo avrebbero chiamato il pied-a-terre; in altri mesi sono a Bali; in molti sono in viaggio.  

I ritmi da nomade digitale

La vita del content creator, e in questo caso del nomade digitale, è sicuramente scandita da ritmi molto diversi da quelli delle “persone comuni”. Difficile immaginare cosa voglia dire fare un lavoro lontani 2-3 fusi orari da quello del tuo committente. «La nostra giornata tipo cambia molto a seconda del posto del mondo in cui ci troviamo in quel momento. Per esempio, quando siamo in Italia abbiamo delle pessime giornate tipo. Perché abbiamo meno stimoli, viviamo in una zona che non ci piace particolarmente. Le nostre giornate in Italia sono dedicate quasi al 100% al lavoro» – così spiega Claudia raccontandoci la giornata “tipo” della loro coppia. Ultimamente, invece, sono spesso a Bali, il posto dove tornano con maggiore frequenza e per maggiore tempo. Lì le giornate sono molto diverse rispetto a quelle italiane: «Abbiamo una giornata lavorativa “tipo” che ci piace molto di più. Noi al mattino ci godiamo quella che è un po’ la nostra vita, perché la mattina di Bali è la notte italiana. Noi possiamo prenderci del tempo». Dopo pranzo, verso le 14.00/15.00, orario che corrisponde al risveglio delle attività italiane con cui collaborano, inizia anche la loro giornata lavorativa. La flessibilità comporta a volte anche lavorare fino a notte fonda. La fortuna e sfortuna dei freelance digitali da remoto: poter gestire il proprio tempo fuori da un orario di lavoro fisso e prestabilito ti porta, alternando, passeggiate in spiaggia al mattino e flusso di e-mail dopo la mezzanotte.

La loro attività di travel blogger è affiancata a una intensa attività come social media manager e content creator free lance per aziende: questa flessibilità, e il lavoro digitale in sé, permettono loro di avere una libertà per altri sconosciuta. Claudia così la descrive: «Poter guadagnare, lavorare e vivere in ogni posto del mondo in cui ci troviamo. Una cosa fondamentale per noi, forse l’unica: avere una buona connessione». 

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