Instagram e la moderazione dei contenuti: un appello in tutte le lingue del mondo

Un account Instagram ha avviato un appello tradotto in tutte (o quasi) le lingue del mondo per esortare Instagram ad un maggior controllo dei contenuti

15/09/2021 di Giorgia Giangrande

Un account Instagram, poi dei post nel feed con l’appello al social network e uno sfondo verde fluo, infine un link in bio che rimanda al modulo per firmare la petizione. Qualcuno lo chiamerebbe il potere della condivisione, qualcun altro semplicemente lo definirebbe un mezzo per far sentire la propria voce proprio nel luogo verso cui la voce è diretta.

LEGGI ANCHE > Instagram sapeva che il 32% delle ragazze con problemi con il proprio corpo dice che il social peggiora le cose

Transparency.please: l’account che fa un appello ad Instagram

L’account in questione si chiama @transparency.please e lo scorso 6 settembre ha pubblicato – in inglese – il primo post nel Feed contenente il testo dell’appello ad Instagram. Perché abbiamo specificato la lingua? Perché in pochi giorni il testo della lettera è stato tradotto già in 12 lingue del mondo e ovviamente anche in italiano.

Il testo della petizione recita così:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Transparency Please (@transparency.please)

Dopodiché, nella didascalia del post vi è un rimando al link in bio per firmare digitalmente la petizione, attraverso un semplice modulo Google.

Cosa chiede la lettera ad Instagram

Ciò che gli utenti chiedono è una maggiore chiarezza relativamente alle linee guida che la piattaforma utilizza per la censura e la moderazione dei contenuti, dal momento che delle volte vengono rimossi contenuti del tutto innocui in favore di altri esplicitamente errati, che invece hanno diritto a restare. Inoltre, chiedono la possibilità di autoverificare il proprio account attraverso le spunte blu, senza relegarle ad un privilegio per pochi eletti e rendendole un «segno volontario per confermare che sei chi dici di essere». Infine, la richiesta è quella di introdurre la disattivazione temporanea dell’account, senza doverlo eliminare definitivamente, se non in extremis. Piuttosto, ritengono sia sufficiente una sospensione da 1 a 30 giorni, una sorta di punizione per «imparare la lezione».

Al momento, la pagina conta 3251 followers e il post con più like è quello scritto in lingua inglese. Non ci è dato sapere se la petizione darà i suoi frutti o se arriverà ai diretti interessati. Però, possiamo giudicare l’iniziativa come un passo democratico verso una dichiarazione dei bisogni di (quasi) tutti gli utenti di Instagram .

Share this article
TAGS