La televisione tradizionale è ancora in grado di influenzare le nostre esperienze?

C'è un generico abbassamento degli ascolti, un innalzamento dell'età media dei telespettatori, ma alla fine - soprattutto con il confronto con l'online - la tv resta sempre ambita e influente

19/01/2024 di Gianmichele Laino

Cara vecchia tv. Soprattutto cara vecchia Rai. Proprio nel 2024 stiamo celebrando i 100 anni della radio e i 70 anni della televisione. Cifre tonde che, al momento, rischiano di diventare un contenitore vuoto. Il servizio pubblico è una faccia di una medaglia che, dall’altra parte, ha sfumature simili. Sebbene regga molto di più rispetto al passato, in termini assoluti anche la televisione di Mediaset assiste a un calo generale degli ascolti. Lo stesso vale per altre emittenti, mentre quest’anno l’anomalia Nove è collegata esclusivamente all’eccezionalità del fatto di avere in palinsesto un programma da servizio pubblico (come Che Tempo Che Fa) che è stato deliberatamente fatto fuori da viale Mazzini per logiche che poco hanno a che fare con l’audience televisiva. Televisione sempre meno vista, dunque, ma televisione sempre allo stesso modo influente. In questo monografico di oggi, Giornalettismo cercherà di analizzare una serie di indicatori che, nonostante il calo in termini assoluti del pubblico, certificano ancora una volta una forte dipendenza tra ciò che avviene nell’ecosistema digitale (social network e app in particolare) e ciò che si verifica nel piccolo schermo.

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Influenza della tv su internet, quali sono gli indicatori che dobbiamo analizzare

L’Agcom, come abbiamo già avuto modo di analizzare e come approfondiremo ancor di più nel monografico di oggi, ha evidenziato un calo generalizzato dell’audience televisiva. Questo è un fatto: ci sono meno persone che concentrano la propria attenzione davanti al piccolo schermo. Tanto per dare una cifra (ma i dati disaggregati verranno analizzati in successivi articoli), l’ultimo periodo del 2023 (rispetto al periodo corrispondente del 2022) ha coinciso con un calo del 2,8% sull’intero giorno (da 8,31 a 8,07 milioni di spettatori di media) e del 2,5% nel “prime time” (da 19,12 a 18,64 milioni di spettatori di media). Sono i numeri di uno stillicidio.

Eppure, se prendiamo in considerazione il fenomeno sotto diverse angolature, capiamo che l’unione tra televisione e nuovi media (soprattutto social network e piattaforme OTT) è ancora molto forte e che la tv esercita ancora una influenza che non è paragonabile a quella dei tanti content creator che popolano le piattaforme che quotidianamente analizziamo. Pensiamo ai cosiddetti influencer che hanno sempre maggiore ambizione di comparire nei programmi televisivi: si tratta quasi di un riflesso incondizionato rispetto a quello che potrebbe essere il destino dei social network. In un mondo che sta sempre più delegittimando il core business degli influencer (si veda, uno per tutti, il caso del pandoro-gate di Chiara Ferragni) e che dipende sempre di più da scelte effettuate da piattaforme private rispetto a una regolamentazione che, piano piano, sta diventando sempre più capillare (soprattutto a livello di Unione Europea), chi ha costruito una attività – piccola, media, grande – sui social network tende sempre di più ad affrancarsene e a cercare altre strade di sviluppo, soprattutto offline. Dunque, anche in televisione. Una conseguenza laterale di tutto questo è il peso specifico che a certe vicende che riguardano influencer viene dato. Se questi ultimi hanno un riflesso televisivo, allora i loro comportamenti sono sempre più amplificati. Se, invece, gli influencer restano confinati nel loro spazio digitale, allora è molto meno frequente che le loro vicissitudini arrivino alla maggioranza dell’opinione pubblica. Su questo punto, forse, possiamo citare il caso Lucarelli-Biagiarelli (entrambi molto influenti sui social, ma entrambi anche volti televisivi) relativamente a ciò che è accaduto nella pizzeria di Sant’Angelo Lodigiano.

Rapporto tra siti web, app e televisione

Ma un altro elemento che certifica ancora l’influenza della televisione sui media digitali è sicuramente rappresentato dalla frequenza con cui siti web e app che vengono in qualche modo citati all’interno di programmi televisivi si trovano ad avere successo. Basta una citazione nel ledwall di un programma televisivo per far impennare gli analytics di una pagina web. Basta il richiamo di un conduttore televisivo a un progetto digitale per avere un effetto, anche offline, su quel progetto digitale. Fosse anche soltanto a livello reputazionale.

E allora, nonostante i numeri in calo, nonostante una fuga generalizzata da quello che una volta era considerato il focolare domestico anche per le famiglie che vivono in città, forse la televisione resta ancora la più grande influencer che ci sia.

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