Da osannata a crocifissa sul web è un attimo per l’infermiera simbolo della pandemia
Elena Pagliarini, infermiera simbolo della prima ondata di Covid, è stata criticata sul web
29/11/2020 di Ilaria Roncone
«Grande preoccupazione per il pranzo di Natale. Preoccupatevi di non farlo in ospedale o magari di non farli mai più, i pranzi». Queste le parole di Elena Pagliarini, una delle infermiere simbolo della prima ondata di Covid, sul suo personale profilo Facebook. Parole per le quali ha ricevuto riconoscimento ma anche parecchie critiche. Lei è la celebre infermiera che si è addormentata esausta sulla scrivania la cui foto è stata tanto condivisa con la massima ammirazione – tanto da ricevere il titolo di Cavaliere al merito della Repubblica da Mattarella.
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La memoria corta del web
Ed eccoci qui, per l’ennesima volta, testimoni della memoria corta del web. Colei che prima era osannata e rispettata ora viene attaccata per un’opinione personale con frasi che vogliono – in molti casi – rimetterla al suo posto:«Adesso gli infermieri che sono crollati sul tavolo dell’ospedale si elevano a paladini della Sanità, permettendosi di dare consigli sulla vita della gente» oppure «È bastata una fotografia a renderti famosa, ora pensa al tuo lavoro», sono un paio di quelle riportate dal Corriere della Sera.
Infermiera simbolo, chi osanna e chi critica ma fate la vostra parte
Indubbiamente queste sono le parole di una persona che vive in trincea tutti i giorni: traspaiono stanchezza e paura, voglia di andare oltre la pandemia e tornare alla vita e al lavoro ordinari. In molti l’hanno appoggiata, ricordando costantemente i sacrifici suoi e della sua categoria, ma in tanti l’hanno criticata esasperati dalle regole e desiderosi di trascorrere un Natale come tutti gli altri (dimenticando o forse scegliendo di non tenere conto dei sacrifici dei moltissimi che combattono in prima persona contro la pandemia). Natale, quest’anno, sarà diverso per tutti: facciamocene una ragione. Quel pranzo dovrà vedere meno persone attorno alla tavolata se si è abituati ad essere in molti e questo necessario sacrificio è richiesto a ognuno di noi: all’infermiera, a chi la osanna e a chi la critica. Questo è e resta uno dei modi che abbiamo per evitare la terza ondata al di là di tutta questa sterile polemica.