A vuoto l’incontro tra Meta e SIAE per il rinnovo dell’accordo sui diritti, l’inghippo è sulla condivisione dei dati

Nulla di fatto nell'incontro che era stato promosso dal ministero della Cultura per provare a cercare una mediazione

07/04/2023 di Redazione Giornalettismo

C’è la questione della trasparenza sui dati al centro del tavolo. Da qui, la conseguenza rispetto al compenso pattuito per le tracce musicali che vengono condivise sui social network. L’incontro SIAE-Meta si è concluso in un nulla di fatto. Un semplice avvicinamento tra le parti, senza un impegno preciso. Da un lato si ribadiscono le posizioni del gruppo proprietario di Facebook e di Instagram, dall’altra parte – invece – si cerca di far leva sul provvedimento aperto da AGCM che ha avviato un’istruttoria per valutare l’eventuale abuso di posizione dominante da parte dello stesso Meta per quanto riguarda la gestione del mercato musicale italiano.

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Incontro SIAE-Meta, nulla di fatto nonostante il “patrocinio” del ministero della Cultura

E dire che, per cercare di favorire un accordo – che non è detto che non si raggiungerà nelle prossime settimane -, l’interlocuzione tra le parti era stata favorita da esponenti del ministero della Cultura, che hanno fatto da patrocinatori all’incontro che si è svolto nella giornata di ieri. La posizione del ministero della Cultura, tuttavia, sembra essere molto più vicina a quella della SIAE che a quella di Meta, lasciando pochi margini al colosso di Big Tech per difendere le sue posizioni. L’istruttoria dell’AGCM – oltre alla difesa del made in Italy – devono aver convinto i rappresentanti istituzionali rispetto alla parte da cui schierarsi.

La SIAE, per bocca del suo presidente Salvatore Nastasi, ha affermato di essere estremamente distante dalle posizioni che sono state esposte, ancora una volta, da Meta. «Ci siamo confrontati a lungo con Meta sulle rispettive posizioni – dicono dalla Società Italiana Autori ed Editori -, ma allo stato attuale siamo ancora lontani dalle precise indicazioni formulate ieri dall’AGCM. Continuiamo comunque a lavorare nell’auspicio di pervenire ad una soluzione condivisa».

Non c’è soltanto il tema delle royalties che Facebook e Instagram dovrebbero garantire agli artisti per l’utilizzo dei propri brani. C’è anche il tema della frequenza e del quantitativo dello sfruttamento. I dati di Meta, infatti, non sono a disposizione della SIAE che, per questo motivo, non si ritiene in grado di poter valutare l’effettiva portata delle royalties da garantire ai suoi artisti. E il problema della trasparenza dei colossi di Big Tech viene sbandierato a tutto tondo per ciascuna di quelle realtà che hanno a che fare con la creazione di contenuti che, per una ragione o per l’altra, vengono condivisi sui social network.

La trattativa si annuncia lunga, anche perché Meta ha evidenziato ancora una volta come i punti di distanza siano ancora moltissimi, nonostante gli sforzi delle parti in causa di sedersi intorno allo stesso tavolo. Sempre la società di Menlo Park è anche disposta – ma questa sembra essere una risposta standard – a collaborare con l’Autorità garante della concorrenza e del mercato per fornire chiarimenti sull’istruttoria che è stata aperta a proposito del caso SIAE.

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