“Nessuna prova di brogli”, i vertici del GOP spengono le bugie di Trump
I due leader hanno ribadito la loro posizione sulla certificazione dei voti nello Stato nell'incontro alla Casa Bianca
21/11/2020 di Redazione
L’incontro alla Casa Bianca sembra non aver portato i frutti sperati per Trump. Al termine del loro meeting infatti il leader della maggioranza repubblicana al Senato del Michigan, Mike Shirkey, e lo speaker repubblicano della Camera, Lee Chatfield, hanno ribadito di “non essere a conoscenza di nessuna informazione che possa cambiare il risultato dell’elezione in Michigan”. Un colpo durissimo, a meno di sorprese, per il presidente uscente ormai da settimane impegnato a trovare un modo per sovvertire il risultato del voto per le presidenziali americane e pronto ad andare contro la volontà degli elettori pur di restare alla Casa Bianca.
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L’incontro alla Casa Bianca e le aspettative del presidente uscente
L’incontro alla Casa Bianca tra Trump e i due leader del GOP in Michigan sembra non aver dato forza al tentativo di Trump di ribaltare la volontà popolare nello Stato del Midwest e cancellare i voti della contea di Wayne, dove la città di Detroit ha consegnato di fatto lo Stato a Joe Biden. “Come leader delle assemblee legislative seguiremo la legge e la procedura per quanto riguarda gli elettori del Michigan, esattamente come abbiamo fatto durante tutta questa elezione” hanno detto Shirkey e Chatfield in una nota congiunta alla fine dell’incontro alla Casa Bianca, che fonti vicine ai due leader hanno definito cordiale, aggiungendo che i due avrebbero spiegato al presidente il processo per la certificazione dell’elezione nello Stato e la nomina degli elettori. Shirkey e Chatfield hanno anche ribadito che il processo di certificazione del voto in Michigan dovrebbe essere “libero da minacce e intimidazioni” e che “accuse di comportamenti fraudolenti dovrebbe essere prese seriamente, indagate e, se provate, perseguite in ogni grado di giustizia”, ribadendo che “il candidato che prende più voti in Michigan, prende i 16 grandi elettori dello Stato”. Fatti e dichiarazioni che i due definiscono “verità semplici” che “dovrebbero garantire fiducia nelle nostre elezioni”.
L’incontro alla Casa Bianca e l’errore del team di Trump
L’incontro alla Casa Bianca arriva nel giorno in cui la campagna del presidente uscente per ritardare la certificazione del voto negli Stati chiavi vinti da Biden e provare a far nominare grandi elettori a lui favorevoli pur avendo perso, sembra aver preso un altro duro colpo. La squadra di avvocati del presidente uscente infatti aveva denunciato brogli in Michigan ma nell’affidavit alla base dei reclami si confondeva il Michigan con il Minnesota, (le sigle sono MN e MI, ndr) finendo per comparare una serie di risultati in Minnesota con i dati della popolazione del Michigan. L’ultimo di una lunga serie di passi falsi di una campagna che in molti adesso iniziano a pensare serva al presidente non tanto per tentare davvero di “rubare” la Casa Bianca, quanto per raccogliere fondi e preparare il prossimo passo in vista di quella che adesso è una più che probabile candidatura nel 2024.
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— Andrew Fleischman (@ASFleischman) November 20, 2020