Il tentato coup di Trump non si ferma, convocati i vertici GOP del Michigan

Continua il clamoroso tentativo del presidente uscente di sovvertire il risultato delle elezioni per restare alla Casa Bianca

20/11/2020 di Redazione

Nuova forzatura di Trump nel tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni e restare alla Casa Bianca. Il presidente uscente infatti ha invitato alla Casa Bianca i leader repubblicani del Senato e della Camera del Michigan, dove da giorni lo stff del presidente sta cercando di far invalidare i voti della Contea di Wayne per poter “vincere” lo Stato. Una situazione che col passare dei giorni si fa sempre più preoccupante, per il tentativo ormai palese del presidente uscente di trovare un modo per restare in carica nonostante la netta sconfitta alle urne, dove Joe Biden ha raccolto oltre 6 milioni di voti in più e conquistato 306 collegi, superando la fatidica quota 270.

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L’ennesima forzatura di Trump e il rischio di colpo di Stato

L’ennesima forzatura di Trump riguarda il Michigan, lo Stato conquistato da Biden per oltre 150mila voti, nel quale da giorni il presidente uscente cerca di far annullare i voti della contea di Wayne, per puntare a sovvertire il risultato elettorale e ottenere i 16 delegati dello Stato. L’ultimo strappo di Trump al tessuto democratico americano vede il presidente uscente invitare i vertici repubblicani dello Stato alla Casa Bianca nel tentativo di convincerli a provare a nominare delegati che siano fedeli a Trump e votino per lui, sovvertendo di fatto la volontà popolare. Una prospettiva già respinta più volte nei giorni scorsi dal leader della maggioranza al Senato, Mike Shirkey, e dallo speaker della Camera, Lee Chatfield, che adesso dovranno però resistere alle pressioni dirette del presidente, che resta l’uomo forte del partito a livello nazionale con i suoi 73 milioni e mezzo di voti.

La decisione di convocare Shirkey e Chatfield e provare il tutto per tutto in questo folle e pericoloso “tentato golpe” come oramai parte degli esperti definisce le mosse di Trump, arriva dopo che i due rappresentanti del GOP nella contea incriminata hanno nuovamente cambiato opinione, inviando un affidavit in cui annunciano di rescindere il loro voto a favore della certificazione dei voti. Affidavit che a livello tecnico e legale non ha valore, ma che serve a Trump, che avrebbe chiamato i due prima di questo nuovo colpo di scena, per avere la scusa tecnica per provare a forzare la mano e denunciare i brogli a Detroit, dove l’80% della popolazione è di colore, e portare avanti la teoria del contare i “voti legali” che tradotto dal trumpismo significa contare solo i voti dei bianchi.

La forzatura di Trump e i rischi per la democrazia americana

Il risultato dell’ultima forzatura di Trump probabilmente non avrà impatto sul risultato delle elezioni, così come non lo hanno avuto le farsesche cause nei tribunali che finora hanno portato praticamente solo sconfitte (1-32 il bilancio al momento). Resta però forte la sensazione che il presidente uscente abbia dato un colpo fortissimo, se non letale, alla democrazia come la conosciamo guidando il partito repubblicano e i suoi elettori ad ammettere che pur di vincere, o di non far vincere gli avversari, è accettabile anche non rispettare le regole e la volontà popolare. Temi e idee che riportano ai periodi tristi degli anni 20 e 30 in Europa, e che rendono improbo il compito per il presidente eletto Joe Biden, ancora bloccato nella transizione dal rifiuto di Trump di ammettere la sconfitta e far partire il passaggio dei poteri alla nuova amministrazione. Un rifiuto reso più difficile dalla notizia che la Georgia ha terminato ufficialmente il riconteggio dei voti, confermando la vittoria di Biden nello Stato per oltre 12mila voti. Un risultato che sarà certificato venerdì, rendendo ancora più difficile e improbabile il folle e pericoloso tentativo di sovvertimento del voto da parte di Trump.

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