Ma non è che i vigili che copulano in auto servono a ‘silenziare’ Report?
Mentre tutti parlano dei due agenti che fanno sesso durante il servizio, su Rai3 una maxi-inchiesta sulla Polizia locale di Roma capitale
24/11/2020 di Enzo Boldi
Sesso, sangue, soldi. Sono le tre ‘S’ che attirano più il pubblico di lettori e telespettatori. I tre argomenti che creano un maggior appeal e che i media analizzano a fondo per moltissime vicende. Una di queste ‘esse’ è finita al centro di molti degli articoli scritti nella giornata di ieri (anche dalla nostra testata) dopo la storia dei due vigili urbani che si sono appartati nell’auto di servizio per consumare un rapporto sessuale durante un turno notturno nella zona di Tor di Quinto. E l’attenzione mediatica, fin da ieri, si è incentrata proprio su quella vicenda, contornata dalla classica ironia che si è scatenata sui social. Un tempismo alquanto sospetto visto che lunedì sera, a poche ore dalla pubblicazione e diffusione di quella notizia, su Rai3 è andata in onda l’inchiesta Report sui vigili urbani a Roma. E il sospetto è dietro l’angolo: e se quella storia è stata messa in circolo proprio per attirare l’attenzione mediatica sul sesso e per oscurare quanto sarebbe andato in onda, nel giro di poche ore, nella trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci? Anche perché, è notizia di oggi, quel fatto che ha generato ironia, sarcasmo e indignazione non è recentissimo.
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Può sembrare complottistisco, ma la vicenda ha delle ombre. Perché mentre tutti parlavano del sesso nell’auto di servizio, durante un turno, della coppia di vigili che dovevano occuparsi del pattugliamento di un insediamento rom a Tor di Quinto (non distante dallo stadio Olimpico), l’inchiesta Report sui vigili urbani di Roma è andata a toccare alcuni aspetti che hanno messo in luce comportamenti, fatti di cronaca che hanno modificato la vita naturale di un mandato di sindaco e gestione di appalti e autorizzazioni. Con sullo sfondo il ruolo primario (coordinatore ed esecutore) del corpo della Polizia locale di Roma capitale. Ecco alcuni estratti di quanto mandato in onda. Partiamo dal caso Ignazio Marino (con tanto di intercettazioni).
Un messaggio del vicecomandante dei #vigili di Roma Renato Marra svela un retroscena inedito della vicenda delle multe all’ex sindaco di Roma Ignazio Marino #Report pic.twitter.com/CvzSpcN6E1
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Inchiesta Report sui vigili urbani a Roma, mentre tutti parlano degli agenti che fanno sesso in auto
Il Partito Democratico, secondo la ricostruzione dell’inchiesta Report sui vigili urbani di Roma, utilizzava il corpo della Polizia locale della capitale per controllare gli spostamenti di Ignazio Marino, quando era primo cittadino. Dal caso delle multe per l’ormai nota Panda Rossa, fino allo scontrino per quella bottiglia di vino. Due casi (poi smentiti dalle sentenze che hanno completamente riabilitato l’allora capo del Campidoglio) che, come spiega Renato Marra – vicecomandante di vigili capitolini – al fratello Raffaele, consigliere di Virginia Raggi all’inizio del suo mandato da sindaca nel 2016. Messaggi che lo avvisavano – affinché venisse riferito anche alla neo-eletta sindaca – del potere dei vigili urbani. E vengono citati anche gli episodi controversi che hanno costretto Marino a lasciare il proprio incarico.
Inchiesta Report sui vigili urbani, dal caso Marino al cinema
Insomma, i vigili urbani al servizio di un partito e che, artatamente, avrebbero costruito due vicende mai esistite (come confermato dalle sentenze) per screditare e costringere alle dimissioni il vecchio sindaco di Roma. Ma non è tutto. Perché nel corso dell’inchiesta si è parlato anche dei controlli all’acqua di rose su molti locali e, facendo riferimento sempre a Marino, delle tensioni nate dopo che la sua giunta aveva istituto l’app Io Segnalo per consentire ai cittadini di denunciare alcuni illeciti, costringendo i vigili a intervenire e a riferire sull’intervento.
Uno dei rari tentativi di controllare l’operato dei #vigili di Roma è nel 2015 quando la Giunta di Ignazio Marino istituisce “Io Segnalo”, una app che permette a chiunque di denunciare gli illeciti, obbliga i vigili a intervenire e a riferire l’esito dell’intervento. #Report pic.twitter.com/boQdtAXZU6
— Report (@reportrai3) November 23, 2020
Il tutto è poi culminato con il caso del Capodanno 2015: la giunta Marino aveva previsto l’impegno di 900 vigili urbani a Roma per la notte dell’ultimo dell’anno, ma in 700 presentarono certificato medico.
Il caso delle autorizzazioni per i set cinematografici
E non finisce qui. Perché in un altro passo dell’inchiesta Report sui vigili urbani di Roma, si analizza la gestione delle autorizzazioni per il set di ‘James Bond’.
Le autorizzazioni per il set del film di James Bond concesse dalla Polizia locale di Roma, ma la società è legata al comandante dei #vigili #Report pic.twitter.com/CrO5Thrz5w
— Report (@reportrai3) November 23, 2020
Per le autorizzazioni e per la logistica del set, la produzione ha incaricato la società Ro.Ma Mediaservice. E qui arriva la sorpresa: questa azienda è stata fondata da Mario De Sclavis, comandante del V Gruppo Prenestino della Polizia Locale di Roma Capitale. L’uomo, intervistato, ha detto che quella società appartiene al figlio, ma le carte dimostrano il contrario: fondata nel 2005 dal vigile urbano e poi fatta passare di mano al figlio. Ma con De Sclavis senior che continua ad avere un ruolo (dal 2008, data del passaggio di consegne al figlio) primario nel settore delle concessioni cinematografiche. Nel frattempo, però, tutti parlano dei vigili che fanno sesso in auto durante il loro turno.
(foto di copertina: da Report, Rai3)