Il caso Intersos: quando il complottismo ingrassa il portafogli

24/11/2011 di John B

IL LAVORO REGOLARE – Poi ci sono le collette tra i “fan”, nelle quali Mazzucco ha dato davvero il meglio di sé in termini di creatività. In quella del 2007 Mazzucco spiegava che non riusciva più a sostenere le spese per il sito e per la sua preziosissima opera di informazione, per cui le alternative erano due: o i lettori si impegnavano a versargli un contributo mensile (volontario) oppure sarebbe stato costretto a tornare al suo “lavoro regolare”! L’esperimento ebbe un parziale successo perché – come si può leggere dai commenti all’iniziativa – un certo numero di lettori inviò contributi e in qualche caso si impegnò anche a versare una “rata” mensile. Tuttavia ci fu anche chi fece i conti a tasca a Mazzucco facendo notare che le entrate pubblicitarie già coprivano le spese per il mantenimento del sito, e chi proprio non riusciva a capire che cosa ci fosse di così malvagio nel fare un “lavoro regolare”.

IL VIDEO DI INTERSOS – Si arriva così alla colletta del 2010 che è una vera opera d’ingegno, degna del miglior Totò. La storia era iniziata un anno prima quando Mazzucco aveva pubblicato un video (originariamente pubblicato dal Guardian) che accusava la Intersos (organizzazione non governativa italiana) di essersi intascata buona parte di una somma pari a un milione di dollari che avrebbe dovuto utilizzare per la realizzazione di un ospedale. La Intersos, però, aveva respinto ogni accusa (infatti l’ospedale era stato effettivamente realizzato e consegnato, e lì si fermava la competenza e la responsabilità dell’organizzazione) e aveva intimato e ottenuto che il Guardian ritirasse il filmato. Il passo successivo fu una lettera dei legali della Intersos che richiedevano a Mazzucco di fare altrettanto… ma Mazzucco respingeva la richiesta e lasciava il video in bella vista sul sito, sul canale Youtube e sulla Web TV Arcoiris. La Intersos, sempre agendo per il tramite dei propri legali, otteneva la rimozione del filmato da Youtube e da Arcoiris. Mazzucco, anziché capire che forse era arrivato il momento di fare un passo indietro, pubblicava nuovamente il video su un altro sito di file sharing.

LA CAUSA – A quel punto la Intersos faceva causa a Mazzucco, che ne dava notizia ai lettori in un articolo di aprile del 2010. Nella circostanza Mazzucco spiegava di essere stato “citato in giudizio”, che avrebbe dovuto “comparire presto in tribunale” e che non aveva soldi per pagarsi un avvocato. Morale della favola: chiedeva soldi ai suoi lettori. Pare che a nessuno sia venuto in mente che chi non può pagarsi un avvocato ha diritto al gratuito patrocinio… uno dopo l’altro gli utenti di Luogocomune mettevano mano al portafogli e nel giro di pochi giorni raccoglieva oltre 4.300 euro. Qualche settimana dopo uno dei “benefattori”, l’utente Decalagon, chiedeva a Mazzucco se ci fossero state novità. Mazzucco rispondeva: “Sì ma aspetto la conferma per comunicarle”. A sua volta, Decaglon replicava: “Aspetterò”. Correva il maggio del 2010. Decalagon sta ancora aspettando la sua risposta e noi ci siamo un po’ incuriositi e abbiamo fatto qualche domanda in giro. Abbiamo scoperto che Mazzucco non era comparso in alcun tribunale e allora abbiamo deciso di intervistare Nino Sergi, presidente della Intersos.

Sig. Sergi, lei rappresenta Intersos: vuol spiegare cos’è Intersos e cosa fa questa organizzazione in Afghanistan e altri paesi?
Intersos è un’organizzazione umanitaria che interviene nelle aree di crisi per soccorrere le popolazioni e contribuire alla ricostruzione e alla pace. Nei quasi vent’anni di vita ha realizzato attività in una trentina di paesi assistendo e proteggendo sfollati e rifugiati, distribuendo beni di prima necessità, assicurando acqua potabile, ricostruendo alloggi e strutture scolastiche e medico-sanitarie, bonificando aree infestate da mine e ordigni esplosivi, facilitando la formazione professionale dei giovani, favorendo la ripresa del dialogo e la convivenza pacifica. Siamo in Afghanistan da dieci anni, con un impegno che ha toccato 17 province e con un’attenzione particolare alle popolazioni più vulnerabili e più povere. Ora, a causa dei crescenti problemi di sicurezza, le attività sono limitate alle province di Faryab, Herat, Farah, Badghis e Kabul. Massimo Mazzucco e Intersos, cos’è successo? E’ necessario spiegare gli antefatti.

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