Ikram Nazih, condannata in Marocco a tre anni e mezzo di carcere per un post satirico su Facebook, è libera

La Farnesina ha annunciato il lieto fine per la storia di Ikram Nazih, condannata al carcere per un post Facebook satirico sul Corano

23/08/2021 di Ilaria Roncone

Tutto è bene quel che finisce giusto. La storia di Ikram Nazih, italo-marocchina di 23 anni, è finita nel migliore dei modi dopo un inizio che aveva non pochi punti in comune con la storia di Patrick Zaki. Lo scorso 20 giugno la giovane donna è stata fermata e arrestata all’aeroporto di Casablanca durante un periodo di vacanza. a una settimana dal fermo è arrivata la condanna in primo grado: tre anni e mezzo di carcere e il pagamento di una multa di 5500 dollari circa per aver pubblicato un post ironico su Facebook.

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La Farnesina ha confermato che Ikram Nazih è stata liberata

Ikram Nazih è stata condannata per un post satirico condiviso nel 2019 e giudicato blasfemo sulla sua pagina Facebook poi chiusa. Si trattava di un testo in cui la sura dell’abbondanza nel Corano, la numero 108, veniva reinterpretata nella sura del whisky con riferimenti ironici a come andrebbe bevuto. Nulla di assurdo, quindi, tanto che il politologo Hamed Abdel-Samad ha voluto riproporre il medesimo messaggio sul suo profilo Facebook per mostrare solidarietà alla ragazza difendendo la libertà di opinione e di credo di ogni marocchino.

Alla fine, dopo un paio di mesi, ha vinto la giustizia: «Ikram Nazih è stata liberata oggi in Marocco», ha confermato la Farnesina. «Voglio ringraziare l’ambasciatore italiano in Marocco Armando Barucco e il sottosegretario Enzo Amendola per l’impegno che hanno dedicato alla causa – ha affermato il ministro degli Esteri Di Maio – Assieme abbiamo seguito la vicenda dal primo momento, avendo a cuore unicamente il benessere della nostra connazionale, nel pieno rispetto del lavoro delle istituzioni e della giustizia marocchine».

Una storia che, per fortuna, si conclude nel migliore dei modi e che ci ricorda – una volta di più – quanto sia importante non dimenticare che esistono paesi in cui la libertà di espressione viene costantemente minacciata.

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