L’appello per salvare il musicista 22enne condannato a morte per blasfemia seguendo le leggi della sharia

Nel testo di una sua canzone ha espresso maggiore ammirazione per un imam rispetto a Maometto

11/08/2020 di Ilaria Roncone

La storia di Yahaya Sharif-Aminu, 22enne nigeriano e musicista accusato di Blasfemia, ha dell’incredibile. Condannato a morte per impiccagione, la colpa del giovane è solo quella di aver composto una canzone in lode a un imam “superiore” al Profeta. Non ha insultato il Profeta e ha solo osannato un imam, ma tanto è bastato per scatenare l’indignazione dei suoi concittadini, che hanno deciso di rivolgersi direttamente alla giustizia, ovvero all’Alta Corte della sharia dello Stato nigeriano di Kano.

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Condannato a morte per una canzone

L’Alta Corte della sharia dello Stato nigeriano di Kano – che dovrebbe basare il giudizio e le sentenze su quanto scritto nel Corano e che è attualmente applicata in 12 Stati su 36 in Nigeria – ha emanato la sentenza di morte per impiccagione e manca solo la firma del governatore dello Stato di Kano perché la punizione venga attuata. L’accusa per il giovane musicista gospel è quella di blasfemia. La canzone di Yahaya Sharif-Aminu è stata composta a marzo e ha cominciato a girare su Whatsapp tra i fan del brano. La lode nella canzone è quella per un imam di una confraternita musulmana originaria del Senegal, quella di Tijaniya. Il fulcro della questione è che quanto affermato dal cantante lascerebbe intuire una considerazione per l’imam superiore a quella per il Profeta Maometto.

Le persecuzioni da parte dei concittadini

Oltre a questo caso ce n’è stato solo un altro di condanna a morte dal 1999, anno dell’Istituzione dell’Alta Corte della sharia. Era il 2002 e l’uomo condannato era colpevole di avere ucciso una donna e i suoi figli. In seguito alla diffusione della canzone il 22enne è stato costretto a nascondersi per via delle aggressioni da parte della popolazione: i concittadini sono attivati a bruciare sia la sua casa che quella della sua famiglia, manifestando ogni giorno davanti al quartier generale della polizia perché fosse arrestato. Il capo della protesta, Idris Ibrahim, ha riferito alla Bbc che la punizione di morte per il cantante «servirà da deterrente per chiunque pensi di poter insultare la nostra religione o il Profeta». Sui social si sta diffondendo la campagna “Abroga per sempre la condanna a morte di Yahaya Sharif-Aminu e #CancelBlasphemyLaws in Nigeria!” per difendere il giovane.

 

 

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