I dati personali dei giudici contro l’aborto sono stati diffusi su Tik Tok per protesta

È ciò che sta accadendo su Tik Tok per protestare contro la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha praticamente ribaltato la “Roe v. Wade”

01/07/2022 di Clarissa Cancelli

I dati personali di cinque giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti contrari al diritto federale all’aborto sono stati diffusi su Tik Tok come segno di protesta. È quanto riportato da Vice.

I dati personali dei cinque giudici finiti su Tik Tok per protesta

Un video mostra il volto del giudice della Corte Suprema Samuel Alito, insieme alle presunte informazioni sulla sua carta di credito. La diapositiva successiva è un ritratto del giudice Amy Coney Barrett, con un altro numero di carta di credito, la data di scadenza e il codice di sicurezza. No, non è uno scherzo. È ciò che sta accadendo su Tik Tok per protestare contro la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha praticamente ribaltato la “Roe v. Wade”, la storica sentenza del 1973, da sempre considerata una pietra miliare nella giurisprudenza statunitense sull’aborto. I video contro i giudici conservatori come Samuel Alito, Clarence Thomas e Amy Coney Barrett contano milioni di visualizzazioni e commenti. Secondo quanto riportato da Vice, Motherboard non è stata in grado di verificare se i numeri della carta di credito fossero accurati. Inoltre non vengono visualizzati in nessuno specifico database di carte di credito hackerato di cui si è a conoscenza. Gli indirizzi di casa dei cinque giudici nominati dai repubblicani che hanno votato per ribaltare la decisione, invece, compaiono nei database dei registri pubblici. Molti dei video sono stati successivamente rimossi da TikTok, ma le stesse informazioni stanno comunque circolando attraverso account.

La diffusione di fake news dopo la decisione della Corte Suprema

Dopo la revisione della Roe vs Wade, su TikTok si è diffusa una serie di fake news relative all’aborto. Un’inchiesta di Input ha mostrato come, sfruttando gli hashtag come #witch, #witchcraft e #witchtok, si possa facilmente finire su feed che parlano di presunti rimedi naturali, come l’utilizzo di miscugli di erbe, per abortire. Permettere la diffusione di disinformazione in un momento delicato come questo potrebbe essere moto pericoloso. Ogni giorno dopo il 24 giugno, sulla piattaforma, sono comparsi video in cui si mostrava come miscugli di artemisia, cannella, partenio e semi di papaia potessero essere delle presunte alternative all’aborto. A mettere in guardia da questi video – con decine di migliaia di visualizzazioni – è stata Katy Willis, che sta conducendo una battaglia di sensibilizzazione sul tema molto importante per una community che, avendo i suoi stessi interessi, può essere particolarmente sensibile a contenuti come questi. O che vi si può imbattere in maniera molto più facile.

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