L’insensatezza degli attacchi degli hater alla fidanzata di Andrea Mazzetto

Quanto conta l'utilizzo dei social dopo la morte di qualcuno e in che misura gli hater possono arrivare a scatenarsi?

24/08/2022 di Ilaria Roncone

L’utilizzo dei social conta anche quando si tratta della morte di qualcuno. Una foto postata per ragioni personali e inconoscibili a chi non ha vissuto una situazione è un gesto che può arrivare a scatenare odio e critiche dagli utenti della rete sui social. Proprio questo è successo a Sara Bragante, che a Andrea Mazzetto – il giovane uomo morto per recuperare il cellulare caduto dopo un selfie – era legata da una relazione. Le dinamiche dell’incidente e quello che è successo prima che lui precipitasse sono state chiarite in un’intervista rilascia al Corriere della Sera, dove è emersa anche la più classica delle dinamiche: quella degli hater fidanzata Andrea Mazzetto.

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Hater fidanzata Andrea Mazzetto e l’insensatezza delle minacce di morte

Partiamo da un presupposto: costa sia successo quel giorno lo sa solo Sara Bragante. Dal racconto emerge come sia stato il fidanzato ad aver scelto di provare a recuperare lo smartphone caduto, essendo quello che utilizzava per lavorare. Di lì a poco, la tragica caduta per un piede rimasto incastrato in una roccia e uno sgretolamento successivo che ha portato il trentenne a scivolare per poi, vista la pendenza del punto in cui è caduto dopo un volo di qualche metro, a rotolare cadendo nel precipizio.

Si tratta di una terribile tragedia, una di quelle situazioni – come sempre è nel caso di questi incidenti e come, di recente, è accaduto per le due ragazze investite da un treno a Riccione – che meriterebbe rispetto e silenzio. Sara ha scelto di pubblicare nelle storie l’ultimo selfie che hanno fatto insieme e ha dichiarato che «per Andrea Instagram era l’equivalente dei vecchi album fotografici. Per questo ho pubblicato lo scatto: volevo ricordarlo in quell’ultimo momento di felicità, come avrebbe fatto lui». Scelta opinabile? Ognuno agirebbe in modo diverso, a seconda della propria sensibilità, ma non è questo il punto.

Pur ritenendo che la pubblicazione di quello scatto non sia appropriata, quello che è sbagliato è commentare e condannare, diffondendo la foto sui social e dicendo che la giovane merita di morire – sia sulle bacheche che inviando messaggi a lei -. Tra chi augura la morte e chi le dà la colpa, Bragante ha dovuto chiudere i suoi profili e – insieme alla sua famiglia – ha preso la decisione di denunciare tutti coloro che stanno agendo in questo modo. Una problematica di cui una persona che ha appena perso un compagno per la caduta in un dirupo non dovrebbe occuparsi.

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