Il disastro social della campagna body positive del governo spagnolo

Le immagini utilizzate non sono state autorizzate dalle protagoniste (a loro insaputa). E non solo. Dopo le polemiche, il tweet del Ministero dell'Uguaglianza è stato rimosso

01/08/2022 di Enzo Boldi

Il Ministero dell’Uguaglianza aveva lanciato la campagna body positive per l’estate in Spagna convinti di aver fatto centro. Ma la differenza tra la vita reale e quella social ha trasformato questa notizia nel più classico degli autogol. Perché nel giro di pochi giorni, alcune delle donne presenti sulla locandina sostenuta dal motto «El verano es nuestro también» («L’estate è anche nostra») hanno contestato l’utilizzo delle loro immagini. E il motivo è piuttosto paradossale (e rappresenta una pessima figura per il governo di Madrid).

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Tre delle donne che compaiono all’interno dell’immagine (rimossa dai canali social ufficiali del suddetto dicastero) che accompagna la campagna body positive Spagna, infatti, hanno raccontato di non aver mai concesso l’autorizzazione all’utilizzo delle loro fotografie. Come la 30enne modella britannica Nyome Nicholas-Williams che sottolinea come l’iniziativa sia apprezzabile, ma che il Ministero dell’Uguaglianza spagnolo non ha mai chiesto a lei l’autorizzazione all’utilizzo della sua immagine.

 

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Un post condiviso da Nyome Nicholas – Williams (@curvynyome)

Ma non è l’unica. Perché questa campagna nel nome della body positivity in Spagna – frutto di una collaborazione tra il Ministero dell’Uguaglianza e l’Instituto de las Mujeres – non è passata inosservata.

Campagna body positive Spagna, cosa è successo

Come riporta la BBC, infatti, ha raccolto le testimonianze di altre due donne i cui volti appaiono in quella immagine che accompagna la campagna. Una, la donna che compare sul fondo, ha detto che il suo volto è stato “applicato” (senza autorizzazione) sul corpo di una donna che ha subito una mastectomia (per via del cancro) a un solo seno – mentre lei lo ha subito a entrambi -; un’altra, invece, sostiene che il suo volto – utilizzato sempre senza autorizzazione – sia stato usato rimuovendo la protesi alla sua gamba.

Di chi è la responsabilità?

Sta di fatto che, dunque, la campagna body positive Spagna non è stata un gran successo. Al netto del messaggio, certamente apprezzabile, il tutto è stato realizzato con poca tutela nei confronti di quelle donne “utilizzate”. Ma di chi è la colpa? Ovviamente la responsabilità è anche del Ministero dell’Uguaglianza, ma buona parte di tutto è dipeso dall’artista Arte Mapache che ha realizzato concretamente l’opera.

In un lungo thread su Twitter, Arte Mapache ha chiesto scusa a tutte le donne il cui volto è apparso in quella locandina senza autorizzazione: «Vorrei scusarmi pubblicamente con le modelle per essersi ispirate alle loro fotografie per la campagna “L’estate è anche nostra” e per aver utilizzato immagini senza licenza (pensando che fossero gratuite). Dopo la polemica giustificata sui diritti di immagine dell’illustrazione, ho ritenuto che il modo migliore per alleviare il danno che può essere derivato dalla mia condotta sia quello di distribuire in parti uguali i benefici derivati da questo lavoro tra i protagonisti della locandina e acquisto della licenza tipografica (li sto contattando per risolverlo il prima possibile). La mia intenzione non è mai stata quella di abusare delle loro immagini, ma piuttosto di trasmettere nella mia illustrazione l’ispirazione che donne come Nyome Nicholas, Raissa Galvão rappresentano per me. Il loro lavoro e la loro immagine devono essere rispettati. Grazie per il vostro lavoro, anche in questo caso. Spero di poter risolvere tutto questo il prima possibile, accetto i miei errori ed è per questo che ora sto cercando di riparare i danni causati, per il momento starò lontano dai social network e cercherò di risolvere questa questione privatamente con le parti coinvolte».

(foto IPP/imagostock)

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