Come Formigli ha risposto all’appellativo «sciacallo» di Giorgia Meloni

Il giornalista ha scritto una lettera aperta su La Stampa, nella quale è tornato sul confronto a distanza con la leader di Fratelli d'Italia dopo l'omicidio di Civitanova Marche

01/08/2022 di Redazione

Corrado Formigli risponde a Giorgia Meloni dopo che quest’ultima lo aveva definito “sciacallo” per il suo tweet sull’assassinio di Civitanova Marche. Nelle poche righe del suo tweet, il conduttore di Piazzapulita – dopo aver visto la notizia ai telegiornali della sera – aveva detto di attendere un messaggio di indignazione da parte di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni. Quest’ultima, un’ora dopo, ha retwittato il messaggio del giornalista, spiegando di aver espresso subito la condanna per quanto accaduto e utilizzando, appunto, la parola sciacallo al suo indirizzo.

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Formigli risponde a Meloni e rivendica la separazione tra giornalismo e politica

Corrado Formigli, nella sua lettera aperta rivolta alla leader di Fratelli d’Italia e pubblicata sul quotidiano La Stampa, ha subito chiarito la differenza tra il giornalismo che fa domande, esprime opinioni e critiche e – dall’altra parte – la politica e il suo agone, con i comizi senza contraddittorio e con la propaganda sempre presente, sia sui social network, sia altrove.

La sua non è tanto una risposta all’utilizzo, da parte della Meloni, del termine “sciacallo” per definirlo. La lettera di Formigli, al contrario, analizza le regole della convivenza – ciascuno nel suo ruolo – tra i giornalisti e tra Giorgia Meloni, sia durante questa campagna elettorale che la vedrà protagonista, sia al momento della sua più che probabile ascesa a Palazzo Chigi dopo le elezioni politiche del prossimo 25 settembre.

«Politica e informazione devono stare separate – ha scritto Formigli -, oserei dire in uno stato di diffidenza permanente. Fra poco, forse, governerà l’Italia. Ecco, nel caso, si occupi di amministrare e lasci stare chi la critica, anche aspramente. Non cada nella tentazione di misurare il nuovo potere». A quel punto, Formigli le chiede di pensare a una seria riforma della Rai, all’abolizione della commissione di Vigilanza e non a inserire all’interno del servizio pubblico – come hanno fatto altri partiti prima di lei – figure gradite. Dall’altra parte, il giornalista ha garantito il suo impegno nell’analisi del fenomeno delle cosiddette lobby nere e delle future alleanze europee, soprattutto quella con Orban, della leader di Fratelli d’Italia.

Foto/IPP/Gioia Botteghi

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