Guinea Equatoriale, la capitale cambia per un capriccio del dittatore

19/09/2013 di Mazzetta

Equatorial Guinea UN Prize

GLI INCONVENIENTI DEL MESTIERE – Non che regni industurbato, qualche hanno fa ha sventato un golpe ordito dal figlio di Margareth Tatcher insieme a un centinaio di mercenari, tanti pensavano ne bastassero, sventato grazie all’iniziativa di Mugabe, il dittatore dello Zimbabwe all’epoca in rotta con Londra, apparente mandante dell’operazione. Obiang affida la sua difesa a una guardia presidenziale composta principalmente di mercenari marocchini, ma l’esercito non dev’essere gran cosa se un paio d’anni fa nella capitale Malabo è sbarcato un commando di pirati (?) di quelli che infestano il golfo di Guinea e ha attaccato il palazzo presidenziale prima di essere respinto.

LA NUOVA CAPITALE – Da allora Teodoro deve aver considerato che Malabo, seconda città del paese dopo Bata, che è sul continente non sia molto sicura e, come altri dittatori prima di lui, ha deciso di costruire una nuova capitale a maggior gloria del suo nome. C’è chi dice che la scelta di Mengomeyen come sede della futura Oyala, questo il nome scelto per la nuova capitale, rispecchia la decisione di altri paesi africani di spostare la capitale all’interno, come rifiuto del progetto coloniale per il quale la capitale era solo una stazione di transito per l’esportazione delle materie prime depredate sul continente, ma non è difficile rintracciare nella decisione di costruirla dal nulla in mezzo alla foresta anche il desiderio di renderla meno attaccabile, così comè stato per l’analogo progetto appena portato a termine in Myanmar e fortemente voluto dal regime militare al potere fino a qualche anno fa. La prossimità al confine con il regime fratello del Gabon conferma gli ottimi rapporti con il vicino, anche se resta da capire l’impatto dell’operazione sul futuro del paese. Mengomeyen era un pugno di baracche sperso nella foresta e in quella posizione la nuova capitale non sposterà comunque il baricentro della vita del paese dalle rive del Golfo di Guinea, né porterà a una corsa all’Ovest o al popolamento delle aree ricoperte dalla foresta, nemmeno una volta che sarà disboscata e venduta.

UN PAESE NUOVO? – Oyala è pianificata per accogliere 200.000 abitanti, sarà una cittadina ideale, i vincitori del concorso per la sua progettazione sono gli architetti e urbanisti di uno studio portoghese, che hanno battuto concorrenti da tutto il mondo e i lavori sono già cominciati, i fondi non mancano e le procedure in casa Obiang sono velocissime quando Teodoro vuole. Le due principali cittadine oggi hanno circa 170.000 abitanti, che prevedibilmente saranno selezionati dal regime tra i più fedeli, Malabo rischierà d’andare in rovina, già oggi gli equipaggi delle piattaforme petrolifere non toccano terra sull’isola, Obiang non vuole curiosi o contatti importuni con i suoi sudditi. A Bata resterà l’hub per l’esportazione del legname, del quale proprio le concessioni governative hanno fatto la fortuna di Teodorin, un tempo al ministero dell’Agricoltura e delle Foreste. L’idea della costruzione di Oyala è perfettamente aderente al personaggio, che veste su misura il ruolo del dittatore paranoico e abbarbicato al potere, una figura mostruosa che infligge grandi pene ai compatrioti che tiene in ostaggiocon la forza delle armi, ma che manca di suscitare l’indignazione internazionale e quindi si permette di tutto o quasi.

 

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