Dopo l’esplosione a Beirut, il Libano ha meno di un mese di riserve di grano

Un silos contenente 15mila tonnellate è andato distrutto

05/08/2020 di Gianmichele Laino

Tra le tante conseguenze dell’esplosione di ieri a Beirut, in Libano (in cui hanno perso la vita almeno 1oo persone), c’è anche quella riguardante la crisi dell’approvvigionamento di grano. Attualmente, infatti, le riserve del cereale nel Paese basterebbero semplicemente per un altro mese. Nell’esplosione, infatti, è stato travolto il più grande silos del Paese, la cui capienza è di oltre 120mila tonnellate, ma che presentava al suo interno circa 15mila tonnellate di grano. In ogni caso, una perdita importante che rischia di creare uno squilibrio economico importante, in cui la materia prima risulta essere fondamentale.

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Grano Libano, la crisi potenziale innescata dall’esplosione

Raoul Nehme, ministro dell’Economia e de Commerci in Libano, ha affermato che il Libano necessita di almeno tre mesi di autonomia da questo punto di vista. Nonostante le riserve di grano siano ai minimi termini, al momento la crisi sembra essere scongiurata da una presenza sufficiente di farina, ma anche da altri arrivi di questo bene fondamentale nell’alimentazione e nell’economia libanese da altre navi cargo che stanno raggiungendo il Paese.

Resta comunque un problema quello della mancanza di grano che il Libano e i Paesi che vorranno aiutare Beirut attraverso le strade della cooperazione internazionale dovranno affrontare. «Abbiamo abbastanza farina, mentre le navi stanno portando altre materie prime per coprire le esigenze del Libano a lungo termine» – ha dichiarato Raoul Nehme.

Grano Libano, gli importatori sono preoccupati

L’esplosione causata dal deposito di nitrato di ammonio, tuttavia, ha messo in evidenza delle palesi contraddizioni all’interno di un Paese che stava cercando di riprendersi dai lunghi anni di guerra civile e che, nonostante il clima molto fertile dal punto di vista culturale, presenta problemi molto seri a livello economico.

Gli importatori non sembrano essere in linea con le parole rassicuranti del ministro. «Temiamo – ha detto il sindacalista Hani Bohsali – che ci sarà un enorme problema nella catena di approvvigionamento, a meno che non ci sia un concorso internazionale per salvarci». La situazione, insomma, va monitorata e i Paesi che in queste ore hanno offerto aiuto al Libano faranno bene a valutare questo aspetto di una potenziale crisi di approvvigionamento scatenata dall’esplosione nel porto di Beirut.

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