Elezioni 2022, il Governo ha deciso di costituirsi contro l’ammissione della lista di Cappato

Il Governo si è costituito contro l'ammissione della lista di Cappato contestando, ancora una volta, la validità delle firme digitali

16/09/2022 di Ilaria Roncone

La lista di Cappato, Referendum e Democrazia, ha puntato tutto – venendo alla luce – sul digitale: «Si impegna a favorire l’utilizzo della firma digitale a tutti i livelli per l’attivazione e utilizzo degli strumenti di democrazia partecipativa, la riforma del referendum (in Italia e in Europa), l’istituzionalizzazione di Assemblee di Cittadine e Cittadini Estratti a sorte (in Italia e in Europa), l’obbligatorietà della discussione per le proposte di legge di iniziativa popolare». E proprio perché non è stata approvata la valenza di una raccolta firme digitali né la possibilità, come era stato richiesto, di permettere la presentazione di liste anche tramite Spid.

Ora, dopo il ricorso per queste decisioni, il Governo ha deciso di costituirsi contro l’ammissione della lista di Cappato.

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Governo contro l’ammissione della lista di Cappato

Nel pomeriggio di oggi si terrà una conferenza stampa in cui Marci Cappato – insieme all’avvocato Rocco Berardo, la co-presidente di Eumanas Virginia Fiume e il rappresentante legale della listaMarco Perduca – per parlare della questione, resa nota proprio dagli esponenti della lista.

L’ordine cronologico dei fatti nel mese di settembre: in data 2 settembre l’avvocato Giovanni Guzzetta ha depositato presso il Tribunale Ordinario di Milano un ricorso con richiesta di emissione di provvedimenti d’urgenza per la riammissione della lista e il riconoscimento della validità delle firme digitali secondo i principi costituzionali e di diritto europeo e internazionale.

Il Governo ha scelto – a pochi giorni dall’udienza del 19 settembre per la trattazione del procedimento relativo al ricorso relativo all’esclusione della lista dalle elezioni 2022 – di assumere una presa di posizione poiché, come ha scritto l’avvocato dello Stato nella memoria depositaria a nome del Governo, «di fatto il provvedimento cautelare auspicato dai ricorrenti imporrebbe di differire lo svolgimento delle elezioni». Nel documento viene contestato, ancora una volta, il riconoscimento della firma digitale.

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