Chi sarà ministro? Il governo politico M5S-Lega con i tecnici di Ciampi e Monti
24/05/2018 di Redazione
Chi sarà ministro? La giornata decisiva per la nascita di un esecutivo M5S-Lega non ha risolto il problema della composizione della squadra di governo. Ieri pomeriggio, mentre il professore Giuseppe Conte diventava al Quirinale un presidente del Consiglio incaricato continuava il valzer di nomi di titolari dei dicasteri da indicare poi al Colle. La partita è più che mai aperta, soprattutto per i veti incrociati di Movimento 5 Stelle e Carroccio e le personali ambizioni dei leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Ma a pesare sono anche i rilievi di Sergio Mattarella. A nominare i ministri, come prevede la Costituzione, è il capo dello Stato. E non è detto che il Colle accetti tutte le indicazioni di Conte e dei due azionisti della sua maggioranza.
Chi sarà ministro? Il totonomi: nodo Savona all’Economia
Il principale nodo che M5S e Lega si trovano ad affrontare è quello dell’Economia. Sul nome di Paolo Savona, ex ministro durante il governo Ciampi, già ai vertici di grandi aziende e istituti di credito Banca di Roma e Bnl, ex direttore generale di Confindustria, noto anche per le sue perplessità su moneta unica e Unione Europea, è nato un braccio di ferro. L’economista è molto gradito alla Lega, ma assai poco o per nulla al Quirinale. Di riflesso anche i pentastellati potrebbero preferire un’altra soluzione. In queste ore Savona resta in cima alla lista dei papabili per il Ministero di via XX Settembre, ma la pressione su di lui resta alta. Se la scelta dovesse ricadere su un’altra personalità, potrebbe rompersi l’equilibrio che Di Maio e Salvini hanno costruito in questi giorni. E l’equilibrio è stato costruito soprattutto tenendo conto di posizioni europeiste, in sintonia con il Movimento 5 Stelle, e più euroscettiche, più vicine alla Lega. Come spiega oggi Il Messaggero, la rinuncia a Savona all’Economia significherebbe mettere in discussione anche la casella degli Esteri e degli Affari Europei. Alla Farnesina dovrebbe andare Giampiero Massolo, diplomatico esperto e oggi presidente di Fincantieri. Agli Affari Europei invece toccherebbe di nuovo a Enzo Moavero Milanesi, che ha avuto lo stesso incarico dal 2011 al 2014 durante i governi Monti e Letta. Ma non solo. In dubbio sarebbe anche la nascita di un super ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico che Di Maio vuole per sé per guidare il lavoro per il reddito di cittadinanza. Gli ultimi finiti nel totonomi delle alternative a Savona sono Geminello Alvi e Luigi Zingales.
Ipotesi Salvini all’Interno e Giorgetti-Spadafora sottosegretari alla presidenza del Consiglio
Si tratta anche sul nome per le Infrastrutture e i Trasporti. Il nome circolato con maggiore insistenza in questi giorni è quello della deputata M5S Laura Castelli, ma circola anche quello del pentastellato Mauro Coltorti. La Lega non resta a guardare, perché teme le posizioni dei 5 Stelle su grandi opere come la Tav. In quota Carroccio si fa il nome del manager Giuseppe Bonomi. Sembra scontato l’incarico di ministro dell’Interno per Salvini. Molto probabile che sottosegretari alla presidenza del Consiglio saranno Giancarlo Giorgetti e Vincenzo Spadafora, fedelissimi dei due leader.
(Foto: Paolo Savona: Fonte immagine: archivio Ansa)